Inchiesta su neofascisti e magistrati, il GIP di Caltanissetta rende noto che nelle intercettazioni rilevate si fa il nome di Giorgia Meloni.
L’inchiesta è aperta e la Procura di Caltanissetta indaga: il punto è sempre uno, quello che ricondurrebbe neofascisti alle più alte cariche della Magistratura. Un giro (presunto) di influenze e suggestioni tra potere esecutivo e giudiziario. L’obiettivo – dichiarato – di controllare le toghe e le possibili strategie per farlo: una fitta rete di nomi, contatti ed eventualità che starebbero emergendo.
La DIA, nella giornata del 21 luglio, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’Avvocato Stefano Menicacci, con l’accusa di aver fornito false informazioni al Pubblico Ministero in merito alla strage di Bologna. Coinvolto in tal senso anche il collega Domenico Romeo.
Subito dopo tocca ad Adriano Tilgher, fondatore della disciolta organizzazione Avanguardia Nazionale, il quale ha subìto una perquisizione domiciliare. Insieme a lui Saverio Ingraffia e Francesco Scala. Rispettivamente avvocato e docente universitario. Il motivo è chiaro: eversione nera sulla strage di Capaci, altro tassello oscuro della storia d’Italia su cui mancherebbero ancora dei raccordi che stanno cercando di mettere in fila.
Da quest’esigenza nascono e vengono approfondite le intercettazioni, all’interno delle quali spiccano due nomi: Giorgia e Arianna Meloni. L’attuale Presidente del Consiglio e sua sorella. Dalle conversazioni analizzate si evincerebbe che per arrivare all’obiettivo di diffamare i magistrati, gli indagati volevano far leva su “un’amica intima della Meloni” – si apprende su Repubblica – molto vicina al Sottosegretario Andrea Delmastro.
Tilgher, però, temeva che così facendo il progetto avrebbe potuto prendere un’altra deriva e diventare “roba loro”. Allora entra in gioco l’altro interlocutore, avvocato, che tranquillizza Tilgher: “Adriano – si legge su Repubblica – da che parte stanno i porci? Stanno con i sinistrati, no? Quelli che ci sono ora hanno tutto l’interesse a creare uno strumento”.
Lo strumento sarebbe l’Osservatorio sull’attività dei magistrati che entrambi vorrebbero varare. Argomento riproposto – si apprende dalle ricostruzioni – anche nel giorno del funerale di Berlusconi. A questo punto Tilgher chiamerebbe in causa Giorgia Meloni e la sorella Arianna: “In pratica l’amica ha detto che ha parlato con la sorella della Meloni, la quale a sua volta ha parlato anche con Giorgia Meloni, con la caciottara, insomma va! E sono rimasti entusiasti ovviamente”.
Parte delle intercettazioni è possibile leggerle su Repubblica e non solo: vengono riprese anche da Open. Restano parole forti e i nomi sono inequivocabili. La strategia per indirizzare la Magistratura sembrerebbe essere chiara, ma resta il condizionale perché il Giudice delle Indagini Preliminari di Caltanissetta – anche su Repubblica – sottolinea che è impossibile stabilire interlocuzioni con i politici. Al momento non esistono prove effettive, ma i dubbi – sull’intera vicenda e non soltanto sui nomi citati – restano.
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