Il caldo record sta mettendo inginocchio i lavoratori italiani e tutti i settori professionali costringendo le aziende a riorganizzare il lavoro con orari flessibili e stop quando necessario. Nascono le nuove misure per difendersi dalle temperature elevate. Ecco come funzionano
Un po’ come è accaduto nel periodo di pandemia da Covid-19 quando, per arginare la crisi economica e lavorativa, si è pensato a un nuovo modo di lavorare con l’introduzione dello smart working. Ora con la colonnina di mercurio che registra temperature molto al di sopra della media da inizio luglio, molti comparti lavorativi, in modo particolare operai e agricoltori, hanno dovuto riorganizzare il lavoro.
Il caldo anomalo registrato negli scorsi giorni è destinato a tornare anche in futuro e questo cambiamento climatico continuo impone un ripensamento delle abitudini di tutti i lavoratori in modo da evitare rischi ingenti sulla salute. Si attivano così i sindacati e l’Inps e l’Inail, introducono nuove misure da adottare in ogni settore d’Italia.
Caldo record e lavoratori: le misure attive per ogni settore
Con le temperature da record registrate in Italia cambiano le abitudini della gente e l’organizzazione delle attività lavorative subisce una rivoluzione in ogni settore. In alcuni comparti come quello dell’agricoltura, per esempio, i rischi sulla salute dei lavoratori causate dalle alte temperature sono più pesanti con un picco maggiore nelle regioni del Sud Italia. Per tale motivazione, come riporta anche Repubblica, in Puglia e in Calabria è scattato il divieto di lavorare.
Con l’introduzione delle nuove misure anti crisi pensate per i diversi settori lavorativi, dalle fabbriche ai cantieri edili sino agli uffici pubblici, si potrà mettere in sicurezza il lavoratore dai possibili rischi per la salute derivanti dalle temperature torride. Ma come funzionano le nuove linee guida?
Per esempio, lo stop dell’attività lavorativa scatta quando le temperature raggiungono i 35° gradi. In questo caso è prevista la Cassa integrazione. Se la Calabria e la Puglia hanno già riorganizzato i vari comparti, la Sicilia ha invece evitato di adottare lo stop, con grande disapprovazione dei sindacati dei lavoratori agricoli siciliani.
Sono diverse le fabbriche che hanno già adottato le sospensioni dei lavoratori a causa del caldo africano. Due stabilimenti della Marelli, uno in Abruzzo e l’altro in Piemonte hanno aumentato la frequenza delle pause. Mentre, come riporta Repubblica, nello stabilimento Whirpool vicino a Fabriano, è stata adottata una misura anti-Covid: con una pausa di 7 minuti in più se la colonnina di mercurio segna i 31° gradi. In un altro stabilimento Whirlpool pause retribuite aggiuntive di 10 minuti. A queste sospensioni si aggiunge poi l’installazione di distributori di acqua e di integratori e sali minerali.