Patrick Zaki è uscito dal carcere ieri dopo la grazia del presidente egiziano al-Sisi. Ora è atteso in Italia ma il ricercatore rifiuta il volo di Stato. Non vuole incontrare la premier Giorgia Meloni? Cosa si nasconde dietro
Per il giovane ricercatore universitario Patrick Zaki si apre un periodo finalmente di pace e serenità dopo che ieri il presidente egiziano al Sisi gli ha concesso la grazia. Patrick ha così lasciato il carcere e abbracciato i suoi cari. Ora è atteso in Italia. Il suo volo atterrerà a Milano, forse domani mattina, sabato 22 luglio.
Ma per il viaggio Zaki ha scelto un volo di linea rifiutando quello di Stato. Esplode subito la polemica di Libero e del senatore di FI Maurizio Gasparri che si domandano se quella scelta sia dipesa da “inclinazioni politiche differenti”. Forse il ragazzo non vuole stringere la mano al presidente del Consiglio Meloni pubblicamente?
Patrick Zaki e il volo di Stato rifiutato. Arriverà in Italia con un aereo di linea
E’ atteso in Italia nella giornata di domani Patrick Zaki. Dovrebbe atterrare con un volo di linea a Malpensa per poi raggiungere Bologna. Qui si fermerà però solo per un paio di settimane. Poi tornerà in Egitto dove ad attenderlo c’è la sua promessa sposa Reny Iskander con cui convolerà a nozze, come lo stesso ricercatore ha annunciato.
Ma ieri, l’ANSA ha dato notizia che Zaki per arrivare in Italia ha scelto di prendere un volo di linea rifiutando quello offerto dallo Stato. Secondo il quotidiano Libero dietro questa decisione ci sono motivi politici. Per il quotidiano, Patrick vorrebbe evitare il rientro con volo di Stato, preferendone uno di linea, per non dover affrontare la passerella con esponenti del governo Meloni.
Anche se lo stesso Zaki ha ringraziato su Facebook gli esponenti politici che l’hanno aiutato in questi mesi. La scelta di prediligere un volo di linea è arrivato dopo un confronto con i suoi legali, molto probabilmente “per via delle sue inclinazioni politiche”. Così il team di avvocati e lo stesso Patrick hanno comunicato la scelta presa all’ambasciata italiana del Cairo che ora dovrà garantire la sua incolumità, visto che nonostante la grazia ricevuta dal suo Paese di origine non può dirsi completamente al sicuro.
La polemica di Maurizio Gasparri
Dopo la scelta resa nota dall’agenzia di stampa italiana del rifiuto del volo di Stato da parte di Zaki, il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha avanzato alcune polemiche sul caso esprimendo il suo pensiero: “Zaki troverà il tempo di ringraziare il governo italiano al quale deve questo risultato”.
Ma il giovane Patrick aveva già ringraziato pubblicamente sui social l’intero esecutivo del governo Meloni con un post pubblicato sul suo profilo Facebook: “Ringrazio anche il governo italiano, il parlamento italiano, il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri che mi hanno sostenuto durante tutto il periodo di reclusione e il processo solo per essere laureato in un’università italiana, pur non essendo cittadino italiano”.
Nel frattempo, il vicepresidente e ministro degli esteri Antonio Tajani in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera ribadisce che “non c’è stato alcun baratto con il caso di Giulio Regeni. Abbiamo lavorato tanto, in perfetta intesa, in condivisione fin dalla nascita di questo governo. La premier Giorgia Meloni si è spesa in prima persona per riportare in Italia il ragazzo e la voglio ringraziare pubblicamente. Ricorderete il suo primo incontro con al Sisi il 7 novembre del 2022 a Sharm el Sheikh. Quando poi successivamente sono andato al Cairo il governo egiziano ha apprezzato molto che avessi portato con me anche rappresentanti del mondo imprenditoriale agro-industriale per parlare di sviluppo delle colture nell’area del Nilo. Ecco perché due giorni fa quando sono andato in Parlamento, dopo che Zaki era stato condannato dal tribunale egiziano a tornare in carcere, c’era chi mi chiedeva di fare dichiarazioni di fuoco. Io sapevo che eravamo vicini ad una soluzione. Alla fine ci siamo riusciti”.