La morte di Andrea Purgatori vede la Procura indagare sul decesso del giornalista e conduttore di La7. Perché la diagnosi e le cure non avrebbero convinto la famiglia.
La diagnosi sulla malattia di Andrea Purgatori è diventato argomento centrale con la famiglia che ha presentato un esposto ai carabinieri del Nas. L’obiettivo è verificare se la clinica si sia occupata, in maniera corretta e certosina, del problema di salute del giornalista.
In secondo luogo, invece, l’attenzione è rivolta alle cure somministrate: l’intenzione è sempre quella di accertare se abbiano portato o meno del giovamento. Come se non bastasse, inoltre, analisi sull’approccio di una terapia e la verifica di una ipotetica alternativa che avrebbe potuto rallentare il decorso della malattia.
La famiglia ha comunicato la decisione di procedere con la denuncia durante il pomeriggio dello scorso giovedì 20 luglio: ad annunciarlo è stato l’avvocato Gianfilippo Cau, seguito dai colleghi Alessandro e Michele Gentiloni Silveri. L’intenzione della famiglia è quella di andare fino in fondo ed accertare eventuali responsabilità.
Purgatori è morto in ospedale a Roma all’età di 70 anni, ma ora è il momento delle indagini che puntano ad accertare la correttezza della diagnosi e delle conseguenti pesanti cure da affrontare. Il Nas ha intanto acquisito le cartelle cliniche in una struttura privata: previsti nei prossimi giorni l’autopsia sul corpo del giornalista, così da scoprire le cause del decesso.
“In particolare i familiari hanno chiesto che venga accertata la correttezza della diagnosi refertata ad Andrea Purgatori in una nota clinica romana e la conseguente necessità delle pesanti terapie a lui prescritte, e se, a causa dei medesimi eventuali errori diagnostici, siano state omesse le cure effettivamente necessarie“, si legge nel comunicato diramato dalla famiglia di Purgatori.
La morte è arrivata dopo soli due mesi dalla iniziale diagnosi, da qui la scelta della famiglia di procedere con la denuncia. L’ipotesi sarebbe quella di un possibile errore relativo all’individuazione della patologia e di conseguenza della terapia. Adesso è il momento delle indagini preliminari con l’ipotesi di reato di omicidio colposo.
E non si esclude già nelle prossime ore la scelta sull’autopsia, con tanto di nomina di periti d’ufficio, così da verificare quanto accaduto al giornalista. Al termine degli accertamenti medico-legali, inoltre, i magistrati dovrebbero anche ascoltare i medici che hanno avuto Andrea Purgatori in cura durante gli ultimi mesi.
All’origine di tutto ci sarebbe una grave forma di tumore, poi la scelta di curare il giornalista in una nota clinica romana. Il decesso è avvenuto in ospedale, ma sul caso ci sono ancora diversi aspetti da chiarire, in primis quello delle cure. Nel frattempo la famiglia attende l’esito degli esami, ribadendo di voler accertare cosa sia accaduto ad Andrea Purgatori.
“Accertare la correttezza della diagnosi“, si legge nella nota della famiglia che ha come unico obiettivo verificare eventuali responsabilità ed errori nel percorso di cure di Purgatori. Intanto La7, emittente in cui ha lavorato per tanti anni, gli ha voluto rendere omaggio con numerosi ricordi dei colleghi e con lo Speciale Atlantide.
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