Ergastolo per il boss Matteo Messina Denaro: la Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta ha confermato la sentenza di primo grado. Cosa emerge durante il processo.
Non cambia nulla e anche in secondo grado arriva la conferma dell’ergastolo per Matteo Messina Denaro. Il capomafia è stato arrestato lo scorso mese di gennaio proprio mentre si stava recando presso una struttura sanitaria privata per curarsi, sotto falso nome, a causa di un rumore.
Per quanto riguarda il processo, invece, la Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta ha confermato la sentenza di primo grado, accogliendo proprio la richiesta della Procura generale.
Matteo Messina Denaro ha rinunciato ad ascoltare la sentenza in videocollegamento. Da un lato la posizione del procuratore generale Patti, dall’altro la difesa dell’ex boss. “L’accusa che si muove a Matteo Messina Denaro è di avere deliberato, insieme ad altri mafiosi regionali, che rivestivano uguale carica, le stragi. Quindi ci occupiamo di un mandante, non di un esecutore“, ha ribadito Patti.
L’ex boss è accusato di esser stato uno dei mandanti della strage di Capaci e di quella di via D’Amelio. Entrambe avvennero nello stesso anno e causarono la morte dei giudici Giovanni Falcone (maggio 1992) e Paolo Borsellino (luglio 1992) e delle loro rispettive scorte. E proprio il giorno della commemorazione per la morte di Berlusconi, il 19 luglio 2023, è arrivata la sentenza per uno dei mandanti delle stragi.
Di tutt’altro avviso l’avvocato Adriana Vella che al termine dell’ultima udienza aveva chiesto di assolvere Messina Denaro. A suo dire, infatti, non si tratta di una persona “ai vertici di Cosa nostra” quando fu decisa la strategia delle stragi nel 1992. Il collegio presieduto dal giudice Maria Carmela Giannazzo ha confermato la richiesta dei procuratori generali Bono, Funari e Patti. Nessun collegamento invece dal carcere in cui Messina Denaro è attualmente detenuto.
Secondo la difesa non ci sarebbe prova della partecipazione “alle riunioni deliberative delle stragi. Non c’è prova che Messina Denaro abbia dato la sua adesione al piano stragista. Non ha avuto alcun ruolo nelle stragi, non ha messo a disposizione auto, armi o esplosivo“, ribadisce.
Il boss ha inviato al suo legale d’ufficio, l’avvocato Vella, un telegramma per complimentarsi circa l’intervento tenuto in aula in Corte d’Assise d’Appello. La legale era subentrata al primo nominato d’ufficio, poi rinunciatario, che aveva fatto seguito a sua volta a Lorenza Guttadauro, avvocato e nipote del boss.
Il 19 luglio 2023 non è una data qualsiasi visto che nel 1992, proprio in questo giorno, Paolo Borsellino venne ucciso nella famosa strage di Via D’amelio, a Palermo, insieme al personale della sua scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
La nipote del boss aveva deciso di rinunciare per motivi di natura organizzativa inerente al processo in corso. Proprio nel telegramma Messina Denaro aveva chiesto all’avvocato Vella la disponibilità ad un confronto telefonico, in realtà mai avvenuto: adesso sarebbe invece arrivato l’ergastolo.
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