Treni nel caos. I trasporti sono oggetto di tensione per via dei contratti di personale e autisti del settore: Salvini contro lo sciopero.
Treni nella bufera, un milione di pendolari lasciati a piedi nell’arco di pochi giorni: situazione dovuta allo sciopero di autisti e addetti ai lavori del trasporto ferroviario che chiedono garanzie contrattuali e tutele sul lavoro. Uno stallo che va avanti da mesi, ma Salvini – Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture – si mette di traverso: l’ex Premier ha dimezzato la durata delle astensioni dal servizio.
“Lasciare i pendolari a piedi in un periodo come questo è impensabile”. Comportamento e affermazioni, da parte del leader del Carroccio, che fanno infuriare i sindacati. Le sigle di categoria assicurano: “La mobilitazione era prevista da giugno, pertanto reagire in questo modo è inaccettabile. Vedremo quali vie potremmo prendere per evitare che venga compresso il diritto costituzionale di manifestare”.
Treni nella bufera: Salvini contro la mobilitazione, braccio di ferro con i sindacati
Il braccio di ferro è ormai avviato. La possibilità di un accordo è fuori discussione, a meno che non vengano ridate le certezze promesse sul piano contrattuale e del rapporto di lavoro. Per questo gli impiegati del settore ferroviario sono in piazza. Salvini assicura un colloquio con le parti sociali al più presto sul tema, ma l’argomentazione è calda: se continua così, rischia di essere un boomerang.
Centinaia le corse soppresse fino ad ora nella speranza di trovare una quadra. Come ha detto il leader della Lega: “Lasciare a piedi i pendolari è impensabile”, ma se non si fa qualcosa in tempi brevi il rischio è più che concreto. Ormai si tratta solo di capire come agire, perchè le sigle sindacali hanno garantito battaglia: le mobilitazioni di questi giorni, pertanto, saranno solo un assaggio.
Il resto si capirà nelle settimane a venire, ma l’atmosfera è incandescente: la questione, infatti, entra a pieno titolo nell’agenda politica. Nella speranza di smuovere le acque – questo si augurano i sindacati di categoria – piuttosto che bloccare i binari.