Roma, da diverse settimane il Colosseo è preso di mira dai turisti: non solo scatti e ammirazione, ma anche accanimento sui laterizi.
“Tu non vedrai nessuna cosa al mondo maggiore di Roma”, Quinto Orazio Flacco non è vissuto nel 2023. Altrimenti avrebbe visto, sì, Roma ma sotto un’altra veste. Quella di vittima degli eventi: la Città Eterna deve ringraziare il turismo – con musei e meraviglie la Capitale ottiene il 40% del fatturato – ma c’è anche l’altra faccia della medaglia.
La moltitudine di turisti porta con sé aspetti inediti: non sempre la civiltà fa da padrona. Molti approfittano della “gita” nella Capitale per lasciare un segno e lo fanno nel peggior modo possibile. Tralasciando il bagno nella Fontana di Trevi in stile “La dolce vita”, c’è chi ama spingersi oltre. Il problema non sono soltanto i rischi, ma anche (e soprattutto) le ripercussioni per la città.
Il Colosseo come campo di battaglia: le sfide social al centro degli atti vandalici
Una delle attività più “gettonate” a Roma è il deturpamento dei monumenti: il Colosseo, nella lista nera di meraviglie da prendere di mira, è in testa. Basta guardare le statistiche: nelle ultime settimane, tre turisti hanno deturpato l’Anfiteatro Flavio. Nell’ordine: un 27enne inglese, una ragazza svizzera e un 17enne tedesco.
La “triade”, però, non sarebbe figlia del caos. Dietro queste deturpazioni ci sarebbe una matrice ben precisa: quella delle challenge sul Web. Vere e proprie sfide che invitano i turisti a recarsi nelle città d’arte e prendere di mira le opere più rappresentative. L’arte come motore comune di ribellione: la protesta costruttiva è diversa dall’atto vandalico, perchè in tal caso i turisti hanno voluto lasciare un segno incidendo il proprio nome.
Il ruolo delle autorità
Gli attivisti di Ultima Generazione (che hanno riempito la Fontana di Trevi con inchiostro nero) lo hanno fatto per protesta contro il lassismo verso il cambiamento climatico. Due gesti estremi per ragioni profondamente diverse: esiste un campanello d’allarme che va oltre l’attivismo.
Le challenge social potrebbero portare giovani e meno giovani a mettersi in gioco negativamente, a danno della città e dei luoghi simbolo d’Italia e non solo. I Carabinieri sono pronti a raccogliere le denunce, ma questa tendenza potrebbe continuare non si sa per quanto e soprattutto con quali conseguenze.