Le indagini sul caso di Leonardo La Russa proseguono. Al vaglio degli inquirenti il cellulare del 20enne, sequestrato ieri pomeriggio ma le chat con il padre Ignazio non possono essere analizzate
Lo smartphone di Leonardo La Russa, accusato dalla 22enne di violenza sessuale, è stato sequestrato ieri 14 luglio dalla procura di Milano per l’analisi delle conversazioni. Ma, come fa sapere l’Agi, dal cellulare del giovane non verranno acquisite le chat con “soggetti che sono tutelati dalle garanzie costituzionale”, ovvero con il padre Ignazio La Russa.
Saranno dunque escluse dalle indagini tutti i messaggi scambiati tra padre e figlio. Nel frattempo, il legale della presunta vittima di stupro vorrebbe chiamare il presidente del Senato a testimoniare.
Ed è lo stesso Ignazio La Russa ad aver detto di aver già “interrogato” il figlio 20enne sul presunto abuso avvenuto in casa sua dopo la serata trascorsa alla discoteca milanese Apophis nella notte tra il 18 e il 19 maggio scorso.
Nel frattempo tra i testimoni ascoltati dalla procura milanese spunta il racconto di una ragazza che ricorda che la presunta vittima non le sembrava “particolarmente alterata quella sera”. Come riporta oggi Il Fatto Quotidiano a consegnare direttamente il cellulare agli inquirenti è stato lo stesso La Russa jr.
Il sequestro comunque arriva dopo più di 50 giorni dalla presunta violenza sessuale e ad una settimana dalla notizia apparsa sui giornali. L’analisi sul dispositivo riguarderanno sia il cellulare che la scheda Sim. Lo smartphone del giovane indagato è intestato allo studio legale del primogenito di Ignazio La Russa, Geronimo. Intanto i pubblici ministeri si domandano se procedere con l’interrogazione alla scorta del giovane 20enne oppure no dopo che la presunta vittima ha riferito di essere arrivata a casa con Leonardo alle 6 del 19 maggio.
Come scrive il quotidiano, a quell’ora la scorta poteva essere difronte l’ingresso dell’abitazione del presidente del Senato considerato che l’indomani Ignazio sarebbe rimasto a casa. Quindi, gli uomini della scorta potrebbero aver visto i due ragazzi rientrare e aver visto le condizioni di salute della 22enne.
Spunta la testimonianza di una conoscenza della presunta vittima di stupro che racconta, come riporta Open, una versione “diversa” della giovane quella sera. La testimone ha detto che la 22enne non le sembrava particolarmente alterata durante la serata in discoteca fornendo, così, una versione che non combacia con quella rilasciata dall’altra testimone, l’amica della ragazza, che aveva dichiarato di averla sentita “strana al telefono”.
L’amica aveva anche ipotizzato l’uso della droga dello stupro. Le interrogazioni di tutti quanti erano presenti la notte tra il 18 e il 19 maggio all’Apophis proseguiranno nei prossimi giorni. Le audizioni consentiranno di accertare le condizioni di salute della 22enne quella notte e se dunque sarebbe stata in grado di esprimere consenso oppure no.
Nel frattempo Ignazio La Russa ha fatto sapere di aver dato un mandato a un legale per salvaguardare la rispettabilità della sua famiglia dalle speculazioni politiche. Il presidente del Senato si è detto fiducioso sull’operato della magistratura ma ha attaccato le “associazioni di sinistra” che hanno promosso nei giorni scorsi la divulgazione dei poster diffamatori davanti allo studio. “Hanno passato il segno”.
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