Le accuse del padre della 22enne, presunta vittima di stupro, al giovane Leonardo La Russa diventano un caso. “Terribile che mia figlia non sappia cosa sia accaduto. In quella discoteca erano tutti drogati”
Sulla vicenda accaduta alla figlia lo scorso 18 maggio 2023, il padre della presunta vittima di stupro ha le idee molto chiare. Ha parlato con La Verità dell’intera storia e riferendosi alla figlia 22enne ha detto: “Io posso dire che voglio tanto bene alla mia bambina, che sono dispiaciuto per quanto le è accaduto. Mia figlia non è una verginella e se fa sesso con qualcuno, fa parte della sua vita. Il problema non è quello…il problema è un altro”.
Nel frattempo le indagini seguite dalla pm Rosaria Stagnaro e il procuratore aggiunto Letizia Mannella su quanto successo all’Apophis di Milano e successivamente a casa del giovane La Russa continuano. Ora si indaga anche su altri testimoni che avrebbero visto o sentito qualcosa durante la serata trascorsa in discoteca.
Secondo il papà della giovane 22enne il problema non è tanto l’aver avuto un rapporto intimo ma se tale rapporto viene fatto quando la ragazza non sa di averlo fatto perché sotto effetto di qualche sostanza stupefacente. In questo caso il padre della ragazza si riferisce alle “droghe del sesso”.
Per l’uomo il punto è proprio quello, ovvero provare che ci sia stata effettivamente l’assunzione della droga dello stupro. “Il resto sono solo chiacchiere. Commenti che si leggono su Facebook e altri social network”. Poi continua riferendosi alla cocaina assunta dalla figlia quella sera e a La verità dice:
“Come genitore, non posso che arrabbiarmi ma, purtroppo, mia figlia non dipende più da me. Questo non solo perché è maggiorenne, ma anche perché vive con la mia ex moglie, donna dalla quale io mi sono divorziato 15 anni fa e da allora non comunichiamo. Sono accaduti fatti molto incresciosi e tristi in questi anni”. Infine, il padre della ragazza fa riferimento anche al presidente del Senato dicendo: “Nel locale in cui si trovavano i ragazzi erano tutti drogati. È inutile che quello là (Ignazio La Russa, ndr) dica mio figlio no”. E questa non è una colpa, è un fatto. Mia figlia dopo questa vicenda verrà esclusa da certi giri perché ha fatto questa denuncia. Pazienza”.
Nel frattempo, le analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza installate sia nei dintorni della discoteca milanese dove i due si sono incontrati la notte tra il 18 e il 19 maggio scorso, sia lungo il percorso verso casa di Leonardo La Russa e nelle vicinanze del palazzo in corso Buenos Aires dove il 20enne vive con la famiglia, non hanno dato riscontri utili alla ricostruzione dei fatti.
Gli inquirenti stanno valutando l’ipotesi di sequestrare lo smartphone del giovane La Russa per eventuali e approfondite verifiche, seppur la questione è delicata a livello giuridico poiché il cellulare sarebbe intestato al padre del ragazzo, Ignazio La Russa.
Infine, gli investigatori stanno vagliando anche la posizione dell’amico dj di Leonardo che quella sera, secondo quanto riportato dalla querela della ragazza, avrebbe abusato di lei. Ma al momento il ragazzo – Dj Nico – non risulta iscritto nel registro degli indagati. Un “fantasma” che sino ad oggi non ha mosso l’ago della bilancia nel caso di stupro ma semmai il suo ruolo nonché la sua presenza in casa di La Russa venissero confermati, la procura di Milano si troverebbe a dover modificare l’accusa in violenza sessuale di gruppo.
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