Ivan Ciullo, in arte “Navi” è il Dj trovato morto nelle campagne di Lecce nel 2015. Il giovane fu trovato impiccato a un ulivo. La famiglia non ha mai creduto al suicido. A distanza di 8 anni le indagini sono ad una svolta: spunta l’ipotesi dell’omicidio
Le indagini sulla morte del 34enne Dj Salentino a distanza di 8 anni sono giunte ad una svolta che, se confermata, darebbe finalmente ragione alla versione sempre sostenuta dai genitori di Ivan Ciullo, Sergio e Rita, ovvero che il proprio figlio non si sia suicidato ma che qualcuno l’abbia ucciso.
I fatti risalgono al 22 giugno del 2015 quando Dj Navi fu trovato impiccato a un albero di ulivo alle prime luci dell’alba nelle campagne di Acquarica del Capo, nel Leccese. Dopo infinite battaglie legali da parte dei genitori del giovane che dal principio non hanno mai creduto al suicidio, ora arriva la svolta.
Il sostituto procuratore Donatina Buffelli nel fascicolo d’inchiesta scrive: ipotesi di omicidio. Intanto per il decesso del ragazzo due persone risultano indagate. Una di queste era già sospettato nel 2019, si tratta di un uomo con cui Ivan aveva avuto una relazione sentimentale molto travagliata e malata.
Dj Navi trovato morto a Lecce: “Non si è suicidato”. La verità dopo 8 anni dal decesso
Per due volte il gip aveva archiviato il caso del giovane Dj radiofonico Salentino come suicidio ma i familiari di Ivan Ciullo non si sono mai arresi e hanno continuato a chiedere nuove indagini. Poi nel 2019 la riesumazione della salma di Ivan per l’autopsia e le indagini approfondite. Dalle consulenze medico legali della famiglia del Dj emergerebbero troppe incongruenze con l’ipotesi del suicidio.
Ora, a distanza di 8 anni dal giorno del ritrovamento del cadavere nella campagne pugliesi, la svolta nelle indagini. Ciullo è stato ucciso e non si è tolto la vita impiccandosi come inizialmente si sosteneva. Per la morte sono indagate due persone: uno è l’uomo con cui Ivan ebbe una relazione sentimentale molto tormentata. L’altro è un cantante e musicista che collaborava con Dj Navi e che è residente proprio nelle campagne Leccesi dove è stato poi rinvenuto il corpo dell’artista.
Le indagini
La nuova contestazione di omicidio permetterà alle indagini il completamento di due accertamenti irripetibili e fondamentali per l’esito dell’attività investigativa e riguarderà una perizia sulla memoria del pc portatile della vittima e una perizia sullo smartphone usato prima della morte dal ragazzo.
Come riporta Repubblica, l’indagine è finalizzata al recupero dei dati contenuti nell’hard disk risultato danneggiato e poco funzionante, secondo quanto aveva stabilito il perito della Procura di Lecce a cui vennero affidate le valutazione nel 2015 e nel 2016. Secondo i periti della famiglia Ciullo, il 34enne Ivan sarebbe stato strangolato e successivamente impiccato ad un albero per simulare il suicidio.