Emergono novità dopo l’incendio nella Rsa di Milano che ha causato la morte di sei persone anziani: arriva il primo avviso di garanzia.
Sono morti sei anziani durante l’incendio che ha interessato una parte della Residenza sanitaria assistenziale a Milano in via dei Cinquecento. Per la vicenda è iscritta nel registro degli indagati Claudia Zerletti, direttrice della struttura.
Si tratta del primo avviso di garanzia dopo l’incendio nella Rsa che ha causato la morte di sei persone: erano tutti ospiti della “Casa per coniugi“. Le accuse sono di omicidio e lesioni colpose plurime, oltre che incendio. A riportare la notizia è Tgcom24.
Il quotidiano online ha parlato di nuove persone che potrebbero essere iscritte fra gli indagati a partire dalle prossime ore. Intanto il Corriere della Sera ha parlato di un addetto al controllo antincendio, in servizio proprio quella notte, ribadendo però che a vigilare quella notte sarebbe stata soltanto una persona, un numero “non sufficiente per controllare le due strutture“. Come se non bastasse, inoltre, ci sarebbe stato il blocco nel sistema di rilevamento antifumo.
L’addetto avrebbe parlato di un controllo durante il quale alcune stanze erano inibire: il servizio di ronda avrebbe previsto esclusivamente le zone pubbliche tipo sotterranei e scale. Lo scorso 7 luglio, inoltre, la guardia era in servizio da soli due giorni nella “Casa per coniugi“. Il vigilante avrebbe parlato alla luce del suo secondo giorno di servizio, così come ribadito dal Corriere della Sera. Non è comunque escluso che anche lui possa finire sotto la lente d’ingrandimento da parte della Procura di Milano.
“Una sola persona a controllare due strutture, era impossibile. Era chiaro anche a chi c’era prima di me“, ha confessato l’uomo 63enne che ha parlato di aver voluto segnalare l’evidente carenza di personale. A farlo desistere sarebbe stato il poco tempo a disposizione (era in servizio da soli due giorni ndr).
Il compito del vigilante era infatti quello di segnalare eventuale presenza di fumo, ma non di spegnere incendi. In presenza di anomalie, infatti, aveva esclusivamente il compito di lanciare i segnali tramite numeri di emergenza.
“Ogni ora dovevo completare un giro nei sotterranei e ai piani dei degenti delle due Rsa. Ma non avevo le autorizzazioni per entrare nei reparti. Non sono un sanitario, lì entravano solo gli infermieri. Io controllavo solo le scale, le aree comuni e i pianerottoli“, ha ribadito.
Impossibile quindi accedere alle stanze, in primis alla numero 605 del nucleo sei, sita al primo piano, proprio da dove è partito l’incendio. A scatenare le fiamme sarebbe stata una sigaretta fumata da una delle due vittime carbonizzate: le altre quattro sono decedute a causa dei fumi sprigionati dall’incendio.
Il vigilante ha parlato di un controllo poco prima, ma senza alcuna avvisaglia che potesse far pensare a quanto effettivamente accaduto. L’uomo ha ribadito di essere stato allertato da una delle vittime che ha chiamato parlando di fuoco presente nella stanza. Proprio in quel caso, infatti, un’altra lavoratrice e l’uomo sarebbero saliti a controllare, in poco tempo invece l’invasione del fumo. L’allarme telefonico sarebbe stato avviato quando la situazione era ormai compromessa.
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