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Cronaca

Atleta olimpionica stuprata dal branco: il racconto drammatico della violenza subita

Published by
Maria Teresa Bianco

La scusa di un selfie da parte di tre calciatori dilettanti sardi all’atleta olimpionica è stato l’incipit di una storia violenta accaduta a Roma nel febbraio del 2022. La campionessa olimpionica stuprata ora racconta l’abuso subito

Si delineano sempre di più i contorni di una vicenda che ha il retrogusto dell’orrore, quella accaduta a una ragazza, campionessa olimpionica, fisicamente più debole. Tutto è iniziato una sera del 6 febbraio 2022 quando tre giovani calciatori dilettanti sardi hanno abusato della giovane donna in gruppo.

Atleta olimpionica stuprata a Roma. Il racconto drammatica di quella sera (ansa) free.it

Ora i tre autori dell’aggressione sessuale sono accusati dalla Procura di Roma per il reato di violenza sessuale di gruppo. La vittima dopo il tragico fatto porta ancora i segni psicologici di quello che le è capitato quando, con la scusa di scattare un selfie con l’atleta i tre si sono avvicinati. Le violenze sessuali si sarebbero consumati però dopo, mentre la sportiva stava andando in bagno con una sua amica.

Il locale, molto conosciuto nella movida romana era frequentato spesso dalla povera vittima. Nel capo d’imputazione, come riporta stamani il Messaggero, si legge che i tre accusati: “con violenza e con un atto improvviso e repentino. Inserendo le mani all’interno del suo pantalone, dopo averla accerchiata”.

Atleta olimpionica stuprata a Roma: il racconto shock

La giovane atleta dopo le violenze sessuali ha raccontato, quella sera del 6 febbraio dell’anno scorso, all’amica che era con lei quello che le era capitato nel bagno del locale trasteverino. Le due ragazze, appena sono uscite dalla toilette, si sono dirette dal gruppo di amici con cui erano riferendo tutto quello che la sportiva aveva subito.

Atleta olimpionica stuprata dal branco. Il racconto della violenza subita a Roma (ANSA) free.it

Arrabbiati, gli amici delle due ragazze si sono recati al tavolo dei tre calciatori sardi, anche loro in compagnia di altre persone e gli hanno detto di vergognarsi per quello che avevano fatto: “Fate schifo!”. Prendendo così le difesa all’amica, vittima dello stupro di gruppo. La tensione tra i due gruppi di ragazzi è subito salita alle stelle, tanto che alcuni dei presenti nel locale hanno deciso di chiamare i carabinieri.

Una volta sul posto gli uomini dell’Arma hanno identificato gli autori della discussione. La vittima in quel momento non ha sporto denuncia. Ha aspettato due settimane prima di recarsi in caserma e grazie al riconoscimento delle loro foto si è giunti all’individuazione dei presunti responsabili dello stupro.

Le accuse negate dalla difesa dei 3 presunti stupratori

I legali dei tre presunti stupratori, gli avvocati Erminio Coni, Andrea Finotto e Alessio Costella negano ogni accusa. si dovrà aspettare il prossimo ottobre quando i tre dovranno presenziare davanti al giudice del Tribunale di Roma per l’udienza preliminare. Si dovrà decidere se rinviare gli imputati a giudizio.

I tre calciatori dilettanti sono assistiti da avvocati diversi poiché hanno posizioni processuali diverse. Per esempio, uno dei tre sostiene di non essersi mai alzato dal tavolo, né di aver chiesto un selfie all’atleta olimpionica. Mentre, gli altri due imputati sostengono che il pub quella sera fosse molto affollato ed essendo molto stretto il corridoio che conduce al bagno potrebbe esserci stato un contatto involontario con la ragazza.

Le telecamere presenti nel locale romano quella sera non erano funzionanti. E, secondo quanto afferma uno degli avvocati dei tre presunti autori della violenza, “i testimoni a favore della ragazza non sarebbero oculari, ma de relato”. Anche l’amica della presunta vittima con la quale stava andando in bagno, sostiene il legale della difesa, camminando davanti a lei non poteva accorgersi di quello che realmente era successo. A distanza di oltre un anno e mezzo, oggi la presunta vittima è ancora molto provata. Non riesce a metabolizzae quello che le è capitato quella sera. I segni della violenza sessuale, come quasi sempre succede nelle vittime, con il tempo non sono solo fisici ma soprattutto psicologici. Ed è quello che sta capitando anche all’atleta.

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