La 33enne Adela non ha retto alle continue minacce dell’ex fidanzato stalker e per sfuggirgli ha deciso di suicidarsi. Il giorno della morte lui scrive un messaggio sui social, la perseguitava anche dai domiciliari
Una storia talmente angosciante da portare una donna di 33 anni a farla finita. Adela era terrorizzata dall’ex fidanzato che non smetteva di minacciarla e stalkerizzarla, anche dopo essere stato arrestato. Non ha retto alla paura di essere finita per l’ennesima volte tra i pensieri perversi e malati di quell’uomo di cui si era finalmente liberata dopo tanto dolore.
La donna aveva il timore costante che la querela nei confronti del 26enne Razvan Barzoi non fosse bastata a fermarlo. Neanche il processo e la condanna per violenza sessuale, lesioni e minacce ha bloccato lo stalker.
Si sentiva in pericolo di vita. Il giorno dopo aver sporto una seconda denuncia, il 29 giugno scorso, Adela ha deciso di impiccarsi nella sua casa di Riesi, in provincia di Caltanissetta. Il suo aguzzino, dopo aver saputo del suicidio della ex fidanzata ha postato sulla sua pagina Facebook un messaggio in suo ricordo come se per quella morte, lui non c’entrasse nulla. “Mia bellissima regina, che Dio ti faccia riposare in pace. Mi hai lasciato troppo presto, ti amerò tutta la vita, non ti dimenticherò mai, anima mia bella”.
Adela così come l’ex fidanzato Razvan era di origine rumene. Quest’ultimo, condannato a 11 anni in primo e secondo grado per violenza sessuale, lesioni e minacce, avrebbe dato una versione diversa da quella offerta dalla donna. Secondo il 26enne stalker era stata la ex compagna ad aver cercato di riallacciare i rapporti con lui dopo che la relazione tra i due era naufragata. Una circostanza alquanto strana, visto che era stata proprio la 33enne, invece, ad aver inchiodato l’ex denunciandolo per maltrattamenti.
Nell’arco di appena tre giorni la situazione precipita sino al tragico epilogo. Era il 29 giugno quando Adela in una video chiamata, mostra all’ex compagno il cappio che poi userà per far suicidarsi. Solo il giorno prima la donna aveva nuovamente denunciato Razvan. I due si erano conosciuti nel 2020. Le origini comuni avevano avvicinato la coppia e per qualche mese la relazione è proseguita. Ma sin da subito Adela è stata vittima di violenze sessuali e maltrattamenti così la donna aveva deciso di denunciarlo.
Nessuna bugia, gli investigatori hanno sempre ritenuto credibile il racconto dettagliato fornito dalla vittima tanto da giungere ad una doppia sentenza di condanna per l’uomo. Ad aprile, al termine dell’ultimo verdetto, il 26enne finisce ai domiciliari con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico. Ma anche questa misura restrittiva non ha fermato Brazoi che invece, ha aumentato le minacce di morte nei confronti della ex.
Ci sono degli aspetti nella tragedia avvenuta a Caltanissetta che per gli inquirenti rimangono ancora oscuri. Per iniziare la telefonata fatta da Barzoi ai carabinieri per avvisarli di quello che la donna stava per commettere, ovvero il suicidio. Gli uomini dell’Arma, dopo la segnalazione, si sono precipitati a casa della 33enne ma la donna era già morta.
Da chiarire anche le incongruenze della storia che Adela volesse riavvicinarsi all’ex fidanzato che tanto l’aveva fatta soffrire. Vicenda che al momento non può essere scartata. Il cadavere della donna è stato restituito ai familiari. Non verrà eseguito l’esame autoptico. Ma agli atti dell’indagine è finito anche il post social pubblicato da Barzoi nel giorno del suicidio della donna.
Una settimana prima del dramma, lo stalker aveva sostituito la foto del suo profilo con una vecchia immagine in compagnia di Adela quando i due erano ancora una coppia. Adesso quella scelta appare ancor di più drammatica.
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