Novità importanti arrivano dal sottomarino Titan e dalla morte delle cinque persone a bordo del mezzo subacqueo. Cosa è accaduto e qual è il dettaglio sui corpi in stato di decomposizione.
Sono sta già trovati diversi giorni fa i resti del sottomarino Titan, mezzo subacqueo della società OceanGate Expeditions, di cui si sono perse le tracce lo scorso 18 giugno. Nonostante i tentativi disperati di salvataggio, però, alla fine si è scoperto che il mezzo sarebbe imploso.
Nulla da fare per le cinque persone a bordo che sono decedute proprio a causa dell’implosione del Titan. Negli Stati Uniti sono stati trovati i resti umani proprio dalla Guardia Costiera: necessari in questo caso test e analisi per accertare l’identità delle vittime.
Le novità sul ritrovamento del Titan
La domanda che si stanno ponendo gli esperti riguarda lo stato dei corpi e tutto quello che riguarda l’azione batterica che li fa gonfiare con il gas, così da farlo rimanere sul fondo. A distanza di una settimana, però, la pelle dovrebbe assorbire l’acqua e iniziare a staccarsi dai tessuti, così da permettere agli animali marini di potersi sfamare.
Nei fondali c’è l’acqua fredda che favorisce la formazione della adipocera, sostanza simile alla cera formata dal grasso presente proprio nel corpo. Essa è fondamentale poiché aiuta a proteggerlo dalla decomposizione.
Generalmente i corpi recuperati in queste acque restano quasi intatti se stanno per diverse settimane al di sotto dei 7°C: in alcuni casi sono stati scoperti scheletri identificabili a distanza di un periodo di cinque anni.
La decomposizione in acqua, cosa avviene
I cadaveri immersi nei mari e negli oceani rallentano la velocità di decomposizione grazie all’abbassamento della temperatura del corpo umano, a meno di fattori derivati dalla fauna selvatica (animali che lo identificano come una preda) oppure da altri microrganismi.
Mai come in questo caso, inoltre, il corpo rimosso dall’acqua può aumentare la velocità del processo di decomposizione rispetto a quelli sommersi. Nelle acque calde e con poca profondità la decomposizione significa far emergere un corpo in un paio di giorni o poco più.
Con l’acqua fredda, che si tratti ad esempio di larghi, ciò potrebbe anche significare l’impossibilità di riemergere: ciò è dovuto dal peso dell’acqua che impedirebbe ai corpi di risalire.
Le vittime
A causa della implosione del Titan sono morte cinque persone. Hanno perso la vita il capo di OceanGate, Stockton Rush, insieme all’esperto Paul-Henry Nargeolet che era sceso per decine di volte nelle profondità dell’Atlantico, così da ammirare il relitto del Titanic (affondato nel 1912 ndr).
Nulla da fare anche per l’imprenditore anglo-pakistano Shahzada Dawood e suo figlio Suleman. La quinta vittima è invece Hamish Harding, imprenditore aeronautico che voleva provare la profondità degli abissi dopo il volo nella di Blue Origin di Jeff Bezos.
La tragedia del sottomarino Titan ha sconvolto famiglie e tante persone che attendevano con ansia il buon esito delle ricerche in mare, purtroppo però il loro destino era già segnato. Una corsa contro il tempo, nel tentativo di raggiungere i 3.800 metri di profondità, luogo in cui si trovava il relitto del Titanic e anche dove si pensava fosse il sottomarino Titan.