Scontro Salvini-Tajani in vista delle Europee con Meloni a fare da raccordo. Il punto sono le alleanze: i possibili scenari.
Scontro Salvini-Tajani in atto. Ragionano i sovranisti, forse anticipano qualcosa di cui si sarebbe dovuto cominciare a parlare tra qualche mese, ma la realtà è che ciascuno comincia a cavalcare la propria rotta (e dimensione) in vista delle Europee. Il punto è che Salvini non intende negoziare in Europa con i socialisti.
Di diverso avviso Tajani che di tendere una mano a LePen e AfD non ne vuole sapere, possibilità che invece il leader del Carroccio vede di buon occhio. Le Europee, in tal senso, sono nel 2024 ma gli animi restano accesi. Anche perché Tajani, in questo più verso la Meloni, intende tenere un profilo maggiormente moderato.
Com’è la natura di Forza Italia, anche in memoria del fondatore: i principi di Berlusconi non vanno gettati alle ortiche. Il Ministro degli Esteri sa, però, che una regolamentazione dev’essere trovata: è vero che FI – dopo la morte di Berlusconi – ha recuperato nei consensi, ma cerca una nuova dimensione.
Il partito-azienda, modello esportato con il Berlusconismo, rischia di fallire dentro gli azzurri. In Forza Italia manca il leader, semplicemente perchè nessuno potrà mai sostituire davvero Silvio Berlusconi. C’era la sua faccia e la sua strategia ovunque, un orientamento che adesso bisogna ritrovare in fretta, ma serve una direzione condivisa.
Meloni non si schiera nella faida interna, convinta che potranno risolvere gli attriti: gli equilibri con la Destra europea, al momento, non sono brillanti e su questo intendono cavalcare le opposizioni. “Non viene seguita neppure dai suoi alleati”, incalza Schlein sulla Premier nel corso della sua “Estate militante” per ricompattare il partito.
Le alleanze sembrano la cosa più facile da fare, ma adesso scricchiolano anche a Destra. Significa che il tempo c’è (prima delle Europee), ma è comunque poco rispetto alla gestione che bisogna affrontare. Un eventuale tonfo in Europa potrebbe ristabilire gli equilibri politici in Italia, da una parte e dall’altra, con Meloni che inevitabilmente ha maggiormente da perdere. Crepe nella maggioranza potrebbero mettere a rischio il futuro del Paese, in quello che si prospetta essere un autunno più caldo del solito. Non solo per le temperature.
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