Colpo di scena sul caso della insegnante Maria Cristina Finatti: i genitori del ragazzo che utilizzò la pistola ad aria compressa potrebbe decidere di adire a vie legali. Quali sono le accuse contro la docente.
Maria Cristina Finatti è la docente dell’Itis “Viola Marchesini“ di Rovigo che fu presa da alcuni colpi di pistola ad aria compressa esplosi da un giovane ragazzo. La famiglia del minorenne ha invece deciso di agire in sede legale e penale, con tanto di accusa per diffamazione e danni morali.
A confermare la notizia è l’ANSA che ha parlato con il legale della famiglia. Le motivazioni sarebbero riconducibili, sempre secondo l’avvocato del ragazzo, alla diffusione di notizie “non veritiere”, passando per il pentimento e le successive scuse per l’episodio.
Il caso
Il legale Nicola Bergamini ha parlato dell’episodio e raccontato la sua versione dei fatti. “L’alunno ha incontrato la docente a scuola e si è scusato, e anche i genitori. La famiglia finora non ha mai voluto esporsi, per non alimentare il processo mediatico, ma la presenza delle prof sui media è costante“, spiega l’avvocato della famiglia.
Il legale ha infatti parlato di informazioni, fornite dall’insegnante, che non corrisponderebbero al vero. “Le informazioni fornite da parte di Finatti sul loro figlio sono assolutamente imprecise, se non addirittura false. Non si contesta l’episodio, ma la docente dice che i ragazzi non si sono pentiti, non si sono scusati, non c’è stato un processo rieducativo, ancora oggi vivono serenamente senza punizione. Questo non è vero“, ribadisce il legale.
Il legale della famiglia del giovane ha precisato che il giovane autore materiale degli spari si sarebbe scusato personalmente fin dallo stesso giorno dell’episodio, così come in altre svariate occasioni.
“Appena tornato a casa, quel giorno, ha mandato una mail alla prof, che aveva abbandonato la scuola, porgendo subito le sue scuse, chiedendo un contatto telefonico per programmare un incontro per scusarsi di persona. La professoressa Finatti ha risposto dopo un’ora, ha apprezzato che il ragazzo si fosse accorto della gravità del fatto e avesse accettato le scuse, tanto che non riteneva necessari un incontro personale“, ha ancora precisato l’avvocato.
Rischio querela, i motivi
La famiglia del ragazzo ha contestato all’insegnante le parole circa il sentirsi abbandonata a scuola. A detta dell’avvocato, infatti, la docente starebbe “arrecando diversi danni al giovane. Eppure lui ha fatto e sta continuando a fare volontariato, perché ritiene giusto il percorso rieducativo. Siccome la presenza sui media della prof è costante, i media e le tv se ne occupano. Dice che i ragazzi lo hanno fatto per esibirsi sui social, ma il ragazzo non è mai stato presente su alcun social network“, continua.
“Se si continuerà a generalizzare su condotte del ragazzo che non risultano vere del ragazzo, la famiglia vorrà tutelare l’immagine del ragazzo, sia in sede penale che civile“, ha concluso l’avvocato della famiglia dello studente. Una vicenda che ha ancora diversi aspetti da chiarire, ma intanto la famiglia del giovane ha chiesto di evitare ulteriore clamore mediatico, in caso contrario sarebbe già pronta la querela nei confronti dell’insegnante.