Slitta ancora di più l’apertura del testamento di Silvio Berlusconi. Il mistero alla base dell’attesa è stato chiarito
Di giorno in giorno l’apertura del testamento di Silvio Berlusconi è stata rinviata. In principio si parlava dello scorso 26 giugno. Poi la data è slittata nuovamente infittendo il mistero intorno all’argomento.
Perché tutta questa attesa? Secondo quanto riferito dal Messaggero, non ci sarebbero intoppi particolari o scogli da arginare in merito all’apertura del testamento. Ma tra gli adempimenti da compiere da parte del notaio di fiducia della famiglia Berlusconi, alla pubblicazione delle ultime volontà dell’ex presidente del Consiglio, rimane un ultimo step burocratico e decisivo: ovvero l’estratto dell’atto di morte del Cavaliere.
Quello che il notaio milanese attende prima dell’apertura e la lettura del testamento di Berlusconi è l‘atto di morte, ovvero il documento di stato civile che serve per dimostrare formalmente l’ora, la data e il luogo dell’avvenuto decesso. Ma non solo, nel documento sono indicati anche dati aggiuntivi come il nome del coniuge del defunto, l’indicazione della paternità o della maternità, ma anche se la persona quando era in vita è stata sposata o ha divorziato.
Per il rilascio del documento in media servono 30 giorni. Questo atto di morte è un documento che rispetto al certificato di morte risulta più completo. Quindi, facendo due calcoli, la morte di Silvio Berlusconi è avvenuta lo scorso 12 giugno. Se bisogna attendere lo scadere dei 30 giorni, l’estratto di morte dovrebbe essere pronto intorno il 12 luglio.
A rilasciare questo documento è il comune di Arcore, dove il Cavaliere ha registrato la sua ultima residenza. Ma non è facile poiché Berlusconi è deceduto all’ospedale San Raffaele che è posizionato, invece, nel comune di Milano. Dunque, quest’ultimo dovrà trasferire i documenti inerenti la morte direttamente al comune di Arcore, provincia di Monza Brianza. Una volta che il notaio avrà in mano l’estratto di morte, si potrà procedere con gli eredi, all’apertura del testamento.
Il testamento di Silvio Berlusconi è un testamento pubblico che non è stato scritto dal fondatore di Fininvest ma dal notaio personale del Cav che ha trascritto, alla presenza di due testimoni, le ultime volontà dell’86enne. Nell’attesa dell’atto di morte, il notaio sta lavorando alla determinazione della quota di legittima che è la porzione pari a 2/3 del patrimonio di Berlusconi che spetterà solo ai 5 figli: Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora, Luigi, essendo separato dall’ultima consorte, Veronica Lario.
La quota legittima va fatta attraverso un calcolo che indica nel complesso i beni appartenenti al de cuius, ovvero quello che è rimasto nel patrimonio ereditario al momento della morte. Da qui vanno sottratti poi i debiti e anche le donazioni.
Il patrimonio di Berlusconi è stato valutato intorno a 5,5 miliardi. Il notaio dovrà detrarre i debiti intestati personalmente al fondatore del gruppo e alle società a lui riconducibili e anche le donazioni dirette e indirette fatte in vita. In questo ultimo caso potrebbero rientrare tra le donazioni anche i 20 milioni lasciati all’ex fidanzata Francesca Pascale cui spetta anche un emolumento di 1 milione l’anno. In tutto questo c’è anche il lascito alla compagna Marta Fascina che, oltre a una parte del denaro, potrebbe ricevere anche opere d’arte e l’uso della villa di Arcore. Ma al contrario dell’usufrutto della Villa è molto più probabile che alla Fascina sia stato assegnato un diritto di abitazione per tutta la vita.
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