Medici di base, è allarme sui piccoli Comuni: la carenza di personale incide sulle località meno popolose. La situazione.
Medici di base, niente è più come prima: a partire dai numeri la professione medica sta lentamente arrancando. Le richieste per questo tipo di percorso accademico – che porta poi al lavoro in studio o ambulatorio – sono sempre meno. Il motivo è una reticenza che si è sviluppata nel passato recente dovuta al trattamento che alcuni (quasi tutti) esponenti del personale sanitario ricevono indistintamente.
Le aggressioni a medici di varia natura dopo la pandemia nei Comuni di Torino, ma anche Roma e Milano, sono ancora sotto gli occhi di tutti. Un’amara certezza che destabilizza una categoria di lavoro che precedentemente era etichettata come salvifica, ora – anche a causa di fake news – non trova il riscontro adeguato.
Medici di base, manca il personale: cosa si rischia
La Sanità pubblica, nei giorni scorsi, è scesa in piazza a Roma per chiedere maggiori tutele e più contratti. Garanzie che ancora non sono arrivate e lo si vede nei numeri: un utente medio spende più di 2000 euro l’anno per visite che potrebbe fare nel pubblico. Viene scoraggiato per i tempi di attesa che, spesso, sono biblici.
Non si tratta soltanto di visite specialistiche, ma anche di controlli che potrebbe benissimo effettuare il medico di base. Questo determina anche la ricerca di altre professioni da parte dei ragazzi che, piuttosto che scegliere Medicina, ci pensano due volte. Questi tentennamenti, ora, si traducono in mancanza di personale.
I dati preoccupano: Guardie Mediche unico paracadute
Nei piccoli comuni il Medico di base è tutto, dato che in alcune frazioni del basso Lazio, ma anche in Toscana e al sud, non bastano più, si è dato il via alla promozione di assistiti. Una sorta di passaggio di grado sul campo per ottemperare alle necessità attuali. Un incremento di 1000 risorse per iniziare, ma è chiaro che si tratta di una goccia nel mare che dovrà – necessariamente – espandersi.
Allargamento che deve passare anche dal cambio di selezione a Medicina: da rivedere il numero chiuso nelle facoltà, ma la metodologia si scontra con la necessità. Vale a dire che per rivedere il metodo c’è tempo, quello che serve sono risposte immediate e non possono essere chieste alle Guardie Mediche. Le quali rappresentano la punta di un iceberg che si sta sciogliendo. Per evitare l’abbattimento di un settore, è necessaria la cooperazione di società e istituzioni.