Il Consiglio di classe ha deciso: il voto in condotta agli studenti autori dell’atto violento contro la prof dell’Istituto scolastico di Rovigo è stato abbassato da 9 a 7 e a 6. Le parole della docente: “Era ora, ma tanto non hanno capito”
Dopo che il ministro Giuseppe Valditara aveva chiesto alla preside dell’Istituto Viola Marchesini di Rovigo di convocare il Consiglio di classe per rimettere mano al voto in condotta troppo alto per i tre alunni autori dell’atto violento ai danni della professoressa Finatti, colpita in classe con una pistola ad aria compressa nel novembre scorso, si è giunti ad una decisione.
I voti in condotta sono stati abbassati da 9 a 7 e 6. Dopo la decisione giunta ieri 27 giugno al termine del Consiglio di classe, le parole della docente Maria Cristina Finatti: “Era ora che si rimettesse mano al voto di condotta”. La prof di scienze, vittima del fatto ha detto a Il Messaggero di essere contenta ma che secondo lei “quegli studenti non hanno ancora capito, così come alcuni docenti che non mi hanno prestato alcuna solidarietà”.
La bocciatura è stata esclusa dal consiglio di classe ma il passo indietro della preside Isabella Sgarbi di rivedere i voti è arrivato dopo che il ministro Giuseppe Valditara aveva inviato un’ispezione interna la scuola.
Lo stesso ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha riferito in merito all’ispezione e al dietrofront dei docenti dell’Istituto Viola Marchesini di Rovigo sul voto in condotta dei 3 alunni, come riporta anche Open: “Visti gli esiti della relazione degli ispettori e considerata la non corretta applicazione del Dpr 122/2009 e del regolamento di istituto ho avvertito l’esigenza di invitare la dirigente scolastica a riconvocare il consiglio di classe, al fine di riconsiderare in autotutela le decisioni prese”.
Dunque, la decisione è giunta: cancellato il 9 in condotta. Dopo la notizia, la professoressa Finatti ha fatto sapere di non “avere avuto modo di riparlare con i ragazzi e di aver ricevuto solidarietà solo dai genitori di altre sezioni, che chiedevano serietà su questa vicenda. Per loro era un gioco: a loro serviva solo per avere più follower. Tra scuola e famiglia serve un’alleanza vera: la famiglia non può lasciare un figlio lì senza sapere cosa fa o non fa. E servirebbero classi meno numerose”.
I tre alunni della scuola di Rovigo erano stati sospesi il 7 novembre scorso dopo il fatto accaduto in classe ai danni della docente. Allo studente che materialmente aveva sparato con la pistola ad aria compressa e per l’altro studente che aveva ripreso con il suo cellulare l’intera scena era stata imposta la sospensione da scuola per cinque giorni. Mentre al proprietario della pistola che quel giorno l’avrebbe portata in classe per darla al compagno, due giorni di sospensione.
Ieri, martedì 27 giugno, durante il X congresso Confsal, il governo di Giorgia Meloni ha annunciato che a breve verrà confermato un pacchetto di misure che sostituisca le sospensioni ai lavori socialmente utili e attività varie di recupero e che vuole dare più valore al voto in condotta.
Come riporta il giornale, il ministro Giuseppe Valditara ha riferito: “Non sono favorevole a lasciare a casa, a non fare nulla, un ragazzo che si è comportato male, significa abbandonarlo a se stesso. Serve al contrario più scuola, coinvolgendolo maggiormente anche in attività di volontariato”.
Oggi un voto in condotta appena sufficiente (6) determina la non ammissione alla classe successiva o agli esami di Stato. Il 7, invece, dato agli studenti che hanno dimostrato comportamenti poco corretti nei confronti dei professori, dei compagni e in generale nel personale della scuola, non comporta la bocciatura. Ma alla luce dei nuovi fatti, la valutazione dei voti potrebbero cambiare nuovamente.
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