La situazione in Russia è sempre più delicata e adesso tornano in auge nuovi presunti problemi di salute di Vladimir Putin. Un video mostra il presidente in condizioni poco ottimali.
Momento complicato per la Russia e soprattutto per Vladimir Putin. Proprio un video, della durata di circa 30 secondi, avrebbe riacceso le indiscrezioni sullo stato fisico e anche psicologico del leader russo. Ad aumentare i dubbi è stato un vertici che il presidente ha tenuto con il ministro Sergei Shoigu e con i capi delle agenzie di sicurezza nazionali.
Le immagini mostrerebbero movimenti del viso, così come riportato da Inergency, che farebbero pensare ad altro. Labbro e mento tremano, alcuni esperti parlano di condizione simile ad una possibile paresi.
Cosa sta accadendo a Putin
Alcune fonti parlano di un grave stress accumulato, dovuto agli ultimi giorni e al rischio guerra civile con l’azione di Yevgeny Prigozhin, altre si soffermano invece su problemi non così recenti da parte del leader politico russo. Rispetto al solito, infatti, un video con i capi della sicurezza sarebbe l’unico mandato in diretta, così come osservato da Inergency.
E poi ci sarebbe il lungo messaggio, rivolto alla nazione direttamente dal Cremlino, elemento che lo avrebbe invece mostrato perfettamente in pieno controllo. Si tratta in questo caso, essendo un video registrato, di un elemento preparato con anticipo e quindi con i tagli di parti non venute bene durante le fasi di registrazione.
Sta di fatto che le voci sui problemi di salute di Putin vanno avanti ormai da tanti mesi, ma a tal riguardo ci sono sempre state categoriche smentite su qualche presunta malattia. Gli esperti ribadiscono come Putin non sia quello di un tempo, da qui la necessità di leggere dal gobbo elettronico, senza dimenticare il viso gonfio e la voce non così rassicurante.
Inevitabile al decisione di proporre al popolo russo un videomessaggio registrato, spiegando come il potere sia ancora saldo, ribadendo invece che la rivolta della Wagner sia fallita. Dalle sue parole si evincono richieste agli alleati oltre confini, in primis la Cina con Xi Jinping, senza dimenticare oligarchi e gruppi di personalità con potere.
Le sue parole dopo la vicenda Prigozhin
Nel suo discorso, però, Putin non ha mai citato direttamente Evgeny Prigozhin, spiegando però di aver evitato “un bagno di sangue con una possibile ribellione armata“.
“La ribellione armata sarebbe comunque stata soppressa. Era un crimine contro la Russia che aiutava i nostri nemici di Kiev e dell’Occidente“, ha ribadito il capo del Cremlino. Ma il messaggio va oltre e si rivolge proprio a chi abbia dato vita a questo piano.
“Gli organizzatori della rivolta, per quanto inadeguati, alla fine lo hanno capito. Hanno compreso che erano azioni criminali, per dividere e indebolire il Paese, proprio ora che la Russia sta affrontando una colossale minaccia esterna, una pressione senza precedenti. Tutto questo quando i nostri compagni muoiono al fronte“, ha ribadito.
C’è anche spazio per l’amico Alexander Lukashenko, presidente della Bielorussia, passato nel giro di poco tempo da vassallo a compagno di viaggio quasi alla pari. Ringraziamenti per lui e anche per i mercenari della Wagner, indicati come “patrioti” per quanto stanno facendo in Ucraina da quando è iniziato il conflitto.
Rivolgendosi proprio ai mercenari offre tre possibilità: tornare dalle rispettive famiglie, recarsi in Bielorussia oppure arruolarsi nell’esercito. Intanto per Prigozhin ci sarebbe in atto un procedimento di natura giudiziaria, ma a tal riguardo Putin non è voluto andare oltre. Emblematico è in questi casi l’incontro fra agenzie di sicurezza, servizio nazionale (Fsb) e ministro Shoigu: proprio su quest’ultimo c’è la conferma della fiducia, cosa diametralmente opposta per Prigozhin.