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Cronaca

Matteo Di Pietro resta agli arresti domiciliari: perchè il gip ha convalidato. Giallo sulla telecamera del Suv

Published by
Maria Teresa Bianco

Il gip ha convalidato gli arresti domiciliari allo youtuber Matteo Di Pietro, accusato di aver provocato l’incidente mortale a Casal Palocco. Nel frattempo è giallo sulla telecamera trovata sotto il sedile della Lamborghini. Il punto sulle indagini

Dopo la misura cautelare applicatagli dal gip venerdì scorso ora arriva la convalida dell’arresto (ai domiciliari) per il 20enne youtuber Matteo Di Pietro del gruppo TheBorderline.

Casal Palocco, gip convalida gli arresti domiciliari a Matteo Di Pietro (ansa) free.it

Il ragazzo è accusato di omicidio stradale e lesioni. Davanti al giudice per le indagini preliminari nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia avvenuto stamani il 20enne risultava assente. Al posto suo, davanti al gip si è presentato il suo legale nonché zio dell’indagato.  Di Pietro, invece, dovrebbe presenziare domani, martedì 27 giugno 2023, a piazzale Clodio quando si terrà l’interrogatorio di garanzia.

Convalidati i domiciliari per Matteo Di Pietro, accusato di aver provocato l’incidente a Casal Palocco

L’urgenza della convalida degli arresti domiciliari da parte del gip sono legate al pericolo di inquinamento probatorio delle prove nonché al pericolo di fuga dello youtuber 20enne Matteo Di Pietro.

Casal Palocco, convalidati arresti domiciliari per Matteo Di Pietro. (ansa) free.it

Come riporta anche Leggo, il gip ha accolto l’impianto accusatorio dei pubblici ministeri che indagano sul caso i quali, già dai primissimi giorni d’indagine hanno raccolto elementi a carico dell’indagato come l’individuazione, nel sangue, di tracce di cannabinoidi.

Questo elemento ha spinto ulteriormente gli inquirenti a disporre altri e approfonditi accertamenti per potere cristallizzare la quantità di droga presente nel sangue e a quando risale l’assunzione dello stupefacente da parte dello youtuber. Nel frattempo le domande a cui ancora gli inquirenti non hanno dato risposte concrete sono diverse.

I lati oscuri da chiarire: velocità, dinamica e filmati

I punti oscuri nella storia dell’incidente di Casal Palocco da portare alla luce sono diversi. Tra questi, per esempio, la velocità esatta con cui il Suv Lamborghini procedeva. Poi, la dinamica dell’incidente, la cannabis assunta dallo youtuber e i filmati cancellati dagli altri influencer presenti al momento dell’impatto mortale.

Sicuramente, per quanto concerne il limite di velocità, Di Pietro, alla guida del bolide, di certo andava oltre i 30 chilometri orari fissati in quel tratto di strada. Quello che è da chiarire è di quanto abbia superato il limite. Per la difesa il Suv viaggiava a 65 km/h, per i testimoni sentiti dai vigili urbani ben oltre i 100.

Importante anche la dinamica del sinistro. Sempre per l’avvocato del 20enne, ci sarebbe un concorso di colpa con la Smart ForFour guidata dalla mamma del piccolo Manuel Proietti deceduto nell’incidente a soli 5 anni. Infine, Matteo Di Pietro verrà posto sotto interrogatorio per l’uso di sostanze stupefacenti e sui filmati eliminati dai cellulari degli altri youtuber. Oltre a quelli già rimossi dai telefonini, rimane ancora un mistero il filmato della telecamera posizionata sul cruscotto del Suv appositamente messa lì per riprendere la challenge. Per sciogliere il nodo, nelle prossime settimane dovrebbero arrivare i primi risultati della consulenza disposta dai pm sia sui telefonini degli amici di Di Pietro che erano a bordo del Suv quel giorno, sia la perizia che accerterà la dinamica e la velocità a cui viaggiava la Lamborghini.

La fiaccolata per Manuel

E mentre le indagini procedono spedite, ieri sera nel quartiere romano di Casal Palocco, è andata in scena la fiaccolata in ricordo del piccolo Manuel Proietti, vittima dell’incidente. Infiniti i palloncini bianchi tenuti tra le mani e poi lanciati in cielo dalla gente che ha partecipato alla fiaccolata ieri sera, domenica 25 giugno, ha commosso l’intera popolazione.

Il corteo si è tenuto nel quartiere dove il bimbo viveva con i genitori e la sorellina di 4 anni. I residenti giunti davanti la chiesa del quartiere hanno gridato “Viva Manuel” tra gli applausi e le lacrime dei presenti. Le parole del sacerdote, come riporta Leggo sono di conforto: “Voglio trasmettervi quello che ha trasmesso a me la mamma di Manuel, quello che faceva ogni sera con lui: due preghiere che sono la certezza che ora Manuel è in paradiso, che questa morte può dare nuova vita nell’amore per Dio e nell’amore per noi, l’unica cosa che vince la morte e che vince l’odio”.

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