INPS, il traguardo della pensione a 62 anni è possibile, ma non per tutti: lo scaglione è stato ridimensionato. I nuovi parametri.
Le pensioni minime tengono banco. Almeno fino al 2025 la situazione resta invariata tra contributi e previdenza. Le minime sono un’esigenza di più persone che chiedono di potersi congedare prima per evitare accavallamenti o stress da lavoro dovuti alla propria condizione.
Magari l’impiego è considerato usurante che necessita di un congedo anticipato: in tal senso c’è anche l’APE Sociale, ma attenzione. Non è l’unica via per andare in pensione prima: quota 41 è in programma e resiste nei progetti. Tuttavia alzare gli importi pensione resta l’imperativo.
INPS, pensione minima: chi può congedarsi a 62 anni
Andare oltre i 567 euro promessi. Adesso non c’è tempo a causa dell’analisi e dello sviluppo legato al taglio del cuneo fiscale che costringerà diverse riforme – inclusa quella del cuneo fiscale – a restare in soffitta. Chi oggi ha almeno 62 anni di età può trattare la pensione sul piano anagrafico anche se a livello di contributi non ha raggiunto i requisiti minimi. Successivamente la situazione si aggiusterà, per il momento è l’unica via d’uscita al fine di assicurarsi un futuro sereno e con un’entrata.
Il tempo agevolerà nuove soluzioni. L’aspetto delle pensioni è connaturato a quello della precarietà: qualcosa in tal senso occorre fare per non ritrovarsi – metaforicamente parlando – con l’acqua alla gola. Aumenta il lavoro, ma non si sblocca la precarietà giovanile. Questo è un dato che incide anche in ottica pensionistica: più tardi si inizia a lavorare in maniera stabile e peggio è.
Questo è l’assunto in breve che porterà il Governo a riformulare alcune certezze, perché i giovani d’oggi restano gli anziani di domani. Il ricambio passa dalle possibilità che vengono offerte, al momento dell’ingresso ma anche quando si tratta di uscire dal mondo del lavoro. Ad oggi non tutte le categorie sanno se potranno permettersi una pensione minima.
