Una guerra civile rischia di scoppiare improvvisamente in Russia: il Gruppo Wagner capeggiato da Evgenij Prigozhin è partito da Rostov. Perché questa scelta non è casuale.
La guerra in Ucraina continua da un anno e quattro mesi, ma in Russia i problemi interni si fanno sempre più gravi. Da un lato Vladimir Putin con la sua gestione del conflitto, dall’altro le accuse il capo del Gruppo Wagner, Evgenij Prigozhin, nel mezzo tutta una serie di incognite sul futuro russo.
La decisione del capo dei mercenari ha un preciso fine e ora è bene conoscere come mai la marcia sia iniziata da Rostov sul Don, ma con l’obiettivo di concludersi a Mosca. Ci sono diverse motivazioni, alcune hanno però un ragion d’essere: perché si è partiti dal sud della Russia e da una città con oltre un milione di abitanti?
In prima battuta gli esperti ribadiscono come Prigozhin sia fermamente contrario all’atteggiamento di Sergei Shoigu, ministro della Difesa russo, indicato come il principale nemico “da eliminare”. Proprio l’inizio della marcia da Rostov sarebbe una chiara risposta ai recentissimi attacchi dell’esercito russo contro il Gruppo Wagner. Il capo dei mercenari sostiene infatti che le operazioni contro i suoi soldati porterebbero la firma proprio del ministro.
Non bisogna dimenticare che Rostov è il perno centrale del Distretto militare nel meridione del Paese, indicata anche come una sottodivisione armata della Russia. L’occupazione senza quasi neanche un colpo esploso, con tanto di presunta fuga del ministro in elicottero, così come ribadito da alcune fonti qualificate.
Bombardare la città di Rostov, inoltre, avrebbe delle conseguenze politiche e anche sull’intera opinione pubblica, il tutto non senza polemiche. Ma ci sono altri motivi all’origine della strategia di Prigozhin. La città russa si trova proprio al confine con l’Ucraina ed è lo scalo logistico dell’esercito russo sin dall’invasione iniziata a febbraio 2022.
Senza il pieno controllo della Russia meridionale la già complicata guerra in Ucraina si potrebbe ulteriormente voltare contro il governo di Mosca. Prigozhin può intanto contare su 25mila combattenti addestrati ed esperti, da qui la paura per Putin e i suoi seguaci. L’incubo di una battaglia fratricida è dietro l’angolo, ma a prescindere dalle strategie ciò significherebbe compromettere mesi e mesi di dure battaglie (tipo conquista di Bakhmut).
I problemi della Russia riguardano anche i reparti per affrontare un simile episodio. La parte migliore delle forze armate è infatti impegnata a mantenere le posizioni e ad attaccare l’Ucraina.
La gestione di possibili due fronti è inevitabilmente complicata e questo potrebbe causare un cortocircuito non indifferente nel conflitto in corso in Ucraina. In questo caso potrebbe essere raggiunto un compromesso, in caso contrario la guerra civile sarebbe praticamente inevitabile.
Marciare subito su Rostov e non verso Mosca è un segnale diretto a Putin: con questa azione Prigozhin avrebbe dichiarato guerra ai generali del presidente russo, quelle stesse persone che il generale della Wagner avrebbe incolpato per la scelta di dare il via all’invasione ucraina. L’intenzione sembrerebbe quella di eliminare i generali, prendendo il loro posto con altre figure, ma la posizione di Putin al momento non sarebbe però ferma come in precedenza.
Prigozhin ha intenzione di indicare il ministro Shoigu e il capo di Stato maggiore, Valery Gerasimov, come i responsabili del fallimento dell’invasione in Ucraina, da qui l’ipotesi di una tregua con Kiev. Le incognite sono tante, la scelta d’azzardo potrebbe costare cara oppure aprire nuovi scenari.
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