L’estate è cominciata, ma per molti è già tempo di gelo: la colpa non è delle temperature, ma del portafoglio. Le cifre della stagione.
La sabbia scotta e il piatto piange. Stessa spiaggia, stesso mare ma opportunità diverse: andare in vacanza, quest’anno, non è così scontato. In primis perchè non è detto che tutti partano e, in secundis, quasi nessuno ha voglia di spendere troppo. Lo conferma il Codacons che, secondo una recente stima, analizza non solo lo scetticismo degli italiani a partire, ma anche e soprattutto la scarsità di possibilità economiche.
Tradotto: le persone vorrebbero andare in vacanza, ma il capitale per potersi permettere il riposo è troppo elevato. Qui torna in auge un discorso vetusto, ma sempre attuale: la popolazione lavora esclusivamente per sopravvivere. Gli attuali salari non permettono una programmazione a lungo termine, neanche rispetto alle vacanze.
Un tempo non troppo lontano c’erano le partenze intelligenti, oggi la cosa più intelligente da fare – secondo le statistiche – è rimanere a casa. L’aumento di prezzi c’è su tutto, ma se gli altri anni l’ascesa era dovuta all’aumento delle offerta, nella stagione entrante si deve principalmente all’aumento dei rincari.
La materia prima – a qualsiasi livello – costa di più e i prezzi lievitano. Di quanto? Almeno il 50%. La metà esatta di una torta che non vuole mangiare – per usare una metafora – più nessuno. Nello specifico, rispetto al caro-alberghi, in testa si piazza Firenze. Subito dopo c’è Palermo e al terzo posto Milano.
Il capoluogo di Regione lombardo lotta con il caro affitti, ma sul piano delle vacanze si mantiene ancora entro tariffe “umane”. Poi c’è Olbia, Venezia, Roma e la provincia di Ravenna. Gli aumenti partono da un massimo del 53% e arrivano a un minimo del 20%. Sempre di maggiorazioni si tratta, per questo se le tariffe erano già alte pensare di fare un soggiorno diventa proibitivo.
Stesso discorso per i trasporti: un biglietto aero o di treno presenta un aumento pari al 43,9% se la metà è italiana, si attesta sul 42,6% se si sceglie una località europea e tocca il 36,8% qualora il viaggio fosse internazionale. Benzina e gasolio, per chi scegliesse la macchina, sono in rialzo del 3,8%.
I pacchetti vacanza, invece, non consolano: una settimana in un villaggio può arrivare – secondo lo studio – a toccare il 19% in più rispetto allo scorso anno. Si scende solo in base alla località, ma la percentuale più bassa (di maggiorazione) è 11,5%. Senza contare, poi, le tariffe sul piano alimentare: i gelati, per non parlare di altro, sono aumentati del 20%.
L’estate italiana deve lottare con l’inflazione e con il meteo, nella speranza di finire quantomeno in parità: gli esercenti sono già sul piede di guerra, la concorrenza è spietata. Le aspettative al minimo. Spiagge deserte e portafogli vuoti: il leitmotiv di un’estate che deve ancora cominciare, ma vorrebbe già calare il sipario.
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