E’ finita male per i 5 passeggeri del sottomarino Titan. Ora spunta il racconto della zia della vittima più giovane Suleman: “Era terrorizzato, non voleva fare quel viaggio”
Sono morti tutti i 5 passeggeri a bordo del sottomarino Titan. La tragica fine apre, ora, nuovi scenari: in primis il recupero del sommergibile necessario per ricostruire esattamente cosa sia accaduto.
Ma non solo, il Wall Street Journal riporta alcune indiscrezioni sull’accaduto e in particolare sulla Marina USA: avrebbero sentito da subito l’implosione della navicella. Alla CNN, l’agente speciale dell’FBI ora in pensione, Bobby Chacon, avrebbe riferito che i detriti scoperti dalle squadre di ricerca potrebbero essere stati creati a seguito di un’implosione ed esplosione quasi simultanee del sommergibile.
Intanto, il dramma del passeggero più giovane, Suleman di 19 anni, morto insieme al padre, il business man pakistano nell’Oceano Atlantico raccontato dalla zia. “Non voleva partire, era terrorizzato. L’ha fatto solo per compiacere il papà”.
Sottomarino Titan: il dramma prima della partenza del giovane Suleman
Secondo la Guardia Costiera americana, il Titan sarebbe imploso qualche ora dopo l’immersione uccidendo sul colpo tutti e 5 i passeggeri a bordo. Tra di loro, anche un ragazzo di 19 anni, Suleman, figlio del miliardario pakistano Shahzada Dawood. Padre e figlio erano eredi del colosso Dawood, una delle famiglie più ricche del Pakistan. Entrambi vivevano a Surbiton, nel Surrey (Regno Unito).
Il 19enne Suleman insieme alla sorella maggiore sono cresciuti a Londra. Il 19enne prima di imbarcarsi nel Titan era uno studente della Business School dell’Università di Strathclyde a Glasgow dove aveva appena completato il suo primo anno di studi. Il biglietto per “morire” è costato 250mila dollari. Acquistato dal padre del giovane 19enne come regalo, nella speranza di donare al figlio un’esperienza che non avrebbe mai più dimenticato. Ironia del destino, per il ragazzo quello è stato il suo ultimo tragico ricordo. Eppure, secondo quanto riporta la zia di Suleman, quel viaggio il nipote non voleva proprio farlo.
Come riporta Leggo, la donna ha raccontato alla Nbc: “Suleman era terrorizzato dall’affrontare questa avventura. Non si sentiva a suo agio con questa cosa ma si è sentito in dovere di compiacere suo papà.Il pensiero che fosse lì sotto, senza fiato, mi ha paralizzato. Io non ci sarei andata neppure se mi avessero offerto un milione di dollari”. Ora lui è morto. Il Titan giace in fondo all’Atlantico, proprio accanto al Titanic.
L’implosione avvertita dalla Marina USA poco dopo l’immersione della nave. Il racconto dell’ex capo squadra di sommozzatori dell’FBI
L’ex capo della squadra di sommozzatori dell’FBI ora in pensione, Chacon, in un’intervista all’emittente tv CNN in merito al disastro del sommergibile Titan ha dichiarato che non sarà possibile sapere cosa è realmente successo “a meno che non si recuperi la maggior parte del sottomarino”. Si cercano ora altri detriti sul fondale oceanico. Nel frattempo, i funzionari americani cercano di assemblare una sequenza temporale degli ultimi attimi della nave. Ma la Marina Usa aveva rilevato subito l’implosione del Titan attraverso un sistema di rilevamento acustico “segreto” usato dagli stessi militari USA e progettato per individuare i sottomarini nemici.
Questo sistema top secret, come rivela il Wsj citando dirigenti della difesa americana, avrebbe rilevato per primo l’implosione del Titan, solo qualche ora dopo che il sommergibile aveva iniziato la sua missione. Poco dopo la scomparsa della nave la Us Navy si è messa subito in ascolto rivelando, attraverso il sistema acustico in loro dotazione il suono sospetto di un’implosione proprio accanto al sito dei detriti scoperto oggi. I sospetti sono stati riferiti immediatamente al comandante sul posto. Sempre secondo il giornale americano, un alto dirigente della Marina degli Stati Uniti avrebbe dichiarato in una nota: “La Marina USA ha condotto un’analisi dei dati acustici e ha rilevato un’anomalia coerente con un’implosione o un’esplosione nelle vicinanze generali di dove stava operando il sommergibile Titan quando le comunicazioni sono state interrotte”.
Dunque l’implosione del sommergibile Titan sarebbe stata causata dalla pressione. L’annuncio della morte dei 5 passeggeri è stato comunicato ieri sera dalla OceanGate con un comunicato: “Crediamo che il nostro ceo Stockton Rush, Shahzada Dawood e suo figlio Suleman Dawood, Hamish Harding e Paul-Henry Nargeolet, siano scomparsi. Questi uomini erano veri esploratori che condividevano un notevole spirito di avventura e una profonda passione per l’esplorazione e la protezione degli oceani del mondo. I nostri cuori sono con queste cinque anime e ogni membro delle loro famiglie durante questo tragico momento. Piangiamo la perdita della vita”.