Marcello Minenna è l’ex direttore dell’Agenzia delle Dogane arrestato e attualmente ai domiciliari: quali sono le accuse nei suoi confronti. Tutti i dettagli sulla nuova inchiesta.
Minenna è l’assessore all’Ambiente della Regione Calabria, nonché vecchia conoscenza del Comune di Roma, arrestato per una inchiesta partita dalla Procura di Forlì. L’esponente politico si trova al momento agli arresti domiciliari.
Nel provvedimento disposto dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna figura anche un ex deputato, anch’egli ai domiciliari: si tratta di Gianluca Pini. Ma le misure cautelari emesse sarebbero in totale 34 e riguarderebbero anche funzionari dell’Ausl Romagna e della Prefettura di Ravenna. A riportare la notizia è Repubblica.
Gli arresti farebbero parte di due filoni investigativi, uno riguarderebbe secondo Repubblica le accuse di corruzione. Stando alle accuse, infatti, Pini avrebbe promesso a Minenna la riconferma di direttore generale con l’arrivo del nuovo Governo, da qui la presunta richiesta di accredito per il partito della Lega.
In questo caso, sempre secondo l’accusa, Minenna avrebbe favorito Pini a sbloccare un carico di mascherine che l’ex parlamentare avrebbe venduto all’Azienda sanitaria locale di Forlì. Si tratta di una operazione pari a 3,5 milioni di euro.
Marcello Minenna è un esponente politico originario di Bari e ha 52 anni. si tratta di un docente a contratto presso l’Università La Sapienza (Teorie e Politiche per lo sviluppo economico) e l’Università telematica San Raffaele (Econometria finanziaria e Finanza empirica).
Dallo scorso 31 gennaio è assessore alla Regione Calabria, ricoprendo in passato anche dalle cariche politiche come assessore tecnico di Roma Capitale.
L’inchiesta parte da un’operazione antidroga, datata gennaio 2020, nonché da varie intercettazioni telefoniche. Secondo quanto ribadito dalla Procura, infatti, sarebbero stati scoperti “due veri e propri sistemi di illecito arricchimento facenti rispettivamente capo agli universi economici riconducibili in particolare a un imprenditore forlivese e all’ex parlamentare“, si legge in una nota.
L’imprenditore di Forlì si sarebbe giovato, così come ribadito in una nota “di importanti conoscenze criminali legate alla malavita albanese e al narcotraffico per approvvigionarsi di denaro da reinvestire in attività formalmente lecite o per acquisto di immobili”, si legge. Ora toccherà agli avvocati difendersi dalle accuse rivolte alle persone risultate destinatarie del provvedimento.
Sulla questione è intervenuto anche Roberto Occhiuto, in qualità di presidente della Regione Calabria, con una precisazione giunta proprio in apertura della seduta del Consiglio regionale.
“A seguito della sospensione, automatica e prevista dalla legge, dell’assessore Marcello Minenna, ho fatto mie le sue deleghe in modo che il lavoro della Regione possa andare avanti nelle prossime settimane senza particolari scossoni“, spiega Occhiuto parlando da Reggio Calabria.
Occhiuto ha ribadito che la giustizia dovrà fare il suo corso, ma di essere fiducioso sul prosieguo dell’attività degli inquirenti. “Rispetto l’operato della magistratura, ma allo stesso tempo voglio confermare la mia fiducia a Marcello Minenna. In questi mesi in Calabria ha svolto molto bene il proprio lavoro, in modo particolare per quanto riguarda i fondi comunitari. I fatti che gli vengono contestati dalla Procura di Forlì riguardano il periodo in cui Minenna è stato direttore dell’Agenzia delle Dogane. Sono certo che dimostrerà la sua estraneità“, conclude il presidente della Regione Calabria.
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