Sottomarino disperso prima di visitare relitto del Titanic, OceanGate parla chiaro: “Non sicuri di trovarli vivi”
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Alessandro Artuso
1 anno ago
È una corsa contro il tempo la ricerca del sottomarino Titan di cui si sono perse le tracce da giorni: ora emerge una speranza che arriva da diversi rumori, ma OceanGate si dice pessimista. Qual è il motivo principale.
Si combatte con il trascorrere delle ore e adesso il tempo stringe per cercare il Titan, piccolo sottomarino turistico utilizzato dalla compagnia OceanGate Expeditions per le escursioni vicino al relitto del Titanic.
Dalla scorsa domenica 18 giugno si sono perse le tracce del sottomarino per il quale le persone a bordo hanno sborsato la cifra di 250mila dollari, pur di ammirare da vicino ciò che resta del transatlantico affondato nel 1912. Un viaggio inaugurale fra Regno Unito e Stati Uniti che si è concluso nel peggiore dei modi in Canada.
Come procedono i soccorsi
Il mezzo ha sempre meno ossigeno per questo i soccorsi si fanno sempre più intensi e allo stesso tempo frenetici. A bordo ci sono cinque persone e la speranza è che siano ancora vive. Nel frattempo, però, un segnale captato da un sonar farebbe emergere dei rumori di colpi ad intervalli ben definiti. A riportare la notizia sono gli organi d’informazione statunitensi che citano una messaggio di posta elettronica inviata al dipartimento di Sicurezza interna degli USA.
Il documento parlerebbe di colpi uditi per ore con intervalli di circa 30 minuti. Il sonar è stato nuovamente utilizzato, a distanza di quattro ore, nella stessa aerea in cui il sottomarino e i rumori sarebbero stati uditi. Cinque le persone a bordo, fra questi l’esploratore Hamish Harding e l’ex sub Paul-Henri Nargeolet. Entrambi possono vantare esperienze e missioni in luoghi estremi.
Potrebbero aver dato vita ad una alternanza di suoni, così da tentare di essere localizzati, ma il tempo stringe e l’ossigeno nel sottomarino potrebbe durare poco più di 24 ore. Ad avvertite i colpi nell’area ogni 30 minuti è stato un aereo canadese P-8, coinvolto nella ricerca del sottomarino. “Quattro ore dopo è stato dispiegato un ulteriore sonar e si sentivano ancora dei colpi“, si ribadisce nell’email citata.
Proprio il sonar ha quindi captato dei colpi, ma il documento governativo non si sarebbe sbilanciato sulla spiegazione dei rumori uditi, sulle tempistiche e sulle possibili cause. Sta di fatto che cinque persone sarebbe ancora all’interno del sottomarino e probabilmente avrebbero provato a farsi ritrovare, da qui l’ipotesi di rumori intervallati e captati dal sonar.
Il retroscena sulla sicurezza, spunta un dipendente licenziato
Nel frattempo, però, emergono dubbi sulla sicurezza del Titan datati 2018. Proprio in quell’anno, infatti, il dipendente David Lochridge fu licenziato per aver espresso più di qualche perplessità in merito allo scafo in fibra di carbonio. Avrebbe sostenuto la necessità di effettuare nuovi test e ottenere una certificazione da parte di un ente indipendente.
Lochridge avrebbe appreso, proprio all’epoca dei fatti, l’impossibilità che il Titan potesse ricevere una certificazione per calarsi fino a 3.800 metri di profondità, proprio lì dove si trova il relitto del Titanic. Avrebbe potuto farlo, invece, fino ad un massimo di 1.300 metri, andando invece ben oltre.
In seguito al licenziamento, però, OceanGate decise di denunciare Lochridge per rivelazione di informazioni confidenziali, ma anche l’esperto decise di sporre denuncia contro l’azienda. Alla fine la vicenda si concluse con un patteggiamento e quindi con una scelta di evitare di protrarre la faccenda, con tutte le inevitabili conseguenze del caso.
Il tempo stringe
A bordo del sottomarino Titan, disperso nell’oceano Atlantico, l’aria “respirabile” potrebbe esaurirsi intorno alle ore 5 del mattina (le 11 in Italia di giovedì 22 giugno 2023). La conferma arriva direttamente dalla Guardia Costiera statunitense, così come citato dal quotidiano The Independent.
Il commento di OceanGate spegne le speranze
OceanGate ha stupito tutti con il messaggio su Twitter che spegne quasi del tutto ogni minima speranza di trovare vive le cinque persone a bordo del sottomarino di cui non si hanno notizie dalla scorsa domenica 18 giugno.
“Ecco una spiegazione della complessità della ricerca. Anche trovandoli in tempo, non siamo sicuri di poterli salvare vivi“, si legge in un tweet pubblicato da poco.