Secondo il padre di Kataleya, la bimba scomparsa dall’hotel Astor a Firenze, la figlia sarebbe stata presa per sbaglio. Le quattro piste seguite dagli inquirenti e il dubbio sull’orario di rientro della madre della bimba
Le indagini sulla scomparsa della piccola Kataleya Mia Alvarez Chiclio dall’ex hotel Astor a Firenze proseguono senza sosta anche se dal giorno della sparizione, 10 giugno, ad oggi, nessuna pista è stata veramente accertata.
Quelle seguite dagli inquirenti che indagano sul caso sono quattro. Kata sarebbe scomparsa in soli 15 minuti. Il padre della bambina, Miguel Angel Alvarez Chiclio Romero avanza un’altra ipotesi: ovvero che la figlia sia stata rapita per sbaglio al posto di un’altra bimba.
L’uomo l’avrebbe dichiarato alla pm Christine Von Borries che indaga per sequestro di persona a scopo di estorsione. I dettagli del sospetto avanzato dal padre di Kataleya sono stati oggi spiegati dal quotidiano La Nazione che riporta anche il racconto del fratello maggiore di Kata, il quale avrebbe parlato di un uomo con dei palloncini.
Il sospetto del padre di Kataleya: “Mia figlia rapita per sbaglio”
Si delinea un’altra ipotetica pista, tutta da accertare, che ruota intorno al sospetto di Miguel, padre della piccola Kataleya, secondo cui la figlia sarebbe vittima di uno scambio di persona. Secondo l’uomo i rapitori avrebbero scambiato la figlia con un’altra bambina.
Intanto il figlio maggiore di Miguel e fratello di Kata, ha parlato di una presenza maschile nel cortile dell’ex hotel Astor quel giorno della scomparsa della sorellina che aveva con sé dei palloncini. In ogni caso, i responsabili del rapimento di Kataleya avrebbero agito in pochissimo: non più di un quarto d’ora.
Durante il colloquio con la pm Miguel ha anche detto che proprio la sua permanenza in carcere avrebbe fatto maturare astio nei suoi confronti da parte di qualcuno ma il movente per tanto astio non è stato ancora dimostrato. Ed è qui che l’uomo rivela agli inquirenti, come riporta Open: “Mia figlia Kata è stata presa per sbaglio al posto di un’altra bambina”. Se l’obiettivo dei rapitori era davvero un’altra bimba, questo spiegherebbe l’assenza del movente nel rapimento. La possibilità di uno scambio di persona era già stata presa in carico dalla procura soprattutto per l’assenza di richieste di riscatto. Infine, c’è la questione, ancora da risolvere, di mamma Kathryna che riferisce di aver fatto rientro a casa alle 15.30 ma uno scontrino rinvenuto dimostra che a quell’ora la madre di Kata stava facendo la spesa.
Le altre piste
Secondo Luciano Garofano, generale dei carabinieri in congedo, comandante del Ris di Parma e consulente della famiglia di Kataleya, ha detto di avere speranze sul fatto che la bimba sia ancora viva. Poi rimane la pista degli occupanti che proprio il giorno della sparizione della piccolo si sono allontanati dall’albergo.
La domanda sorta agli inquirenti è se possano aver avuto un ruolo nel regolamento di conti per il racket delle stanze. Altra pista che ancora è in piedi è quella suggerita dalla madre di Kata della lite con i connazionali e la sua famiglia avvenuta lo scorso 28 maggio. Sempre la madre avrebbe affermato davanti la stampa di sapere chi fosse stato a prendere la figlia. Intanto l’ispezione nell’hotel avvenuta ieri con droni e autospurghi è stata interpretata come un segnale positivo, ovvero si esclude definitivamente che Kataleya, viva o morta, sia ancora in albergo. Ora è possibile iniziare le ricerche anche all’esterno.
Al momento, dunque, la pista del rapimento prende sempre più consistenza. Chi ha rapito Kata avrebbe utilizzato l’uscita sul retro della struttura, non sorvegliata dalle telecamere. Intanto, l’hotel Astor è stato sigillato e resta presidiato dalle forze dell’ordine.