Davide Rebellin è il ciclista morto dopo essere stato investito da un camionista: arrestato il cittadino tedesco.
Il camionista 62enne Wolfgang Rieke è stato arrestato con l’accusa di aver investito e ucciso l’ex campione di ciclismo Davide Rebellin. Il 51enne è morto lo scorso 30 novembre: sull’uomo pendeva un mandato di arresto europeo, così come richiesto dal giudice per le indagini preliminari di Vicenza.
Rieke è stato arrestato e condotto in carcere a Munster (Germania). La Procura di Vicenza ha ribadito che il decesso di Rebellin sarebbe stato causato da varie norme disattese da parte dello stesso camionista.
Il punto sulla vicenda
Lo scorso 30 novembre l’ex campione di ciclismo, Davide Rebellin, fu urtato e conseguentemente travolto da un camion mentre si trovava in sella ad una bicicletta. La vicenda accadde vicino lo svincolo autostradale di Montebello Vicentino. Il racconto dei testimoni mostrò come il camionista scese dal tir, si avvicinò alla vittima e in seguito decise di allontanarsi senza prestare alcuna assistenza e soccorso al ciclista travolto dal mezzo pesante.
Sulla vicenda è intervenuto il colonnello del comando provinciale Giuseppe Moscati che ha parlato di quanto accaduto al ciclista morto. “È stata pienamente riconosciuta la validità dell’attività investigativa svolta dai carabinieri di Vicenza e la conseguente richiesta di giustizia in Germania“, commenta.
“I militari dell’Arma, sotto la guida della locale Procura della Repubblica, hanno infatti, nell’immediatezza, identificato l’indagato per poi ricostruire le ritenute responsabilità nell’investimento della vittima e nella repentina fuga dopo che aveva chiaramente constatato da vicino le drammatiche condizioni del ciclista“, si legge nella nota.
La vicinanza alla famiglia
Sempre i carabinieri hanno ribadito profonda vicinanza alla famiglia di Davide Rebellin e a coloro che hanno “perso una persona cara, vittima di un omicidio stradale“. Un lungo lavoro investigativo, durato diversi mesi, nel corso dei quali le forze dell’ordine italiane hanno espresso massima collaborazione con i colleghi tedeschi, ora invece l’arresto che apre nuovi scenari sulla tragica scomparsa del ciclista italiano investito e ucciso.
Tutto è accaduto lo scorso giovedì 15 giugno con l’esecuzione di un mandato di arresto europeo, così come disposto dal gip del Tribunale di Vicenza nei confronti di Rieke. L’uomo è accusato di aver investito, ucciso ed evitato di soccorrere Rebellin mentre si stava allenando.
All’epoca dei fatti, il ciclista si trovava con una bici da corsa lungo la Regionale 11, precisamente all’altezza di una rotatoria direzione Montebello Vicentino. Soltanto qualche istante, poi l’impatto con un autoarticolato Volvo con targa tedesca. La stessa autopsia rilevò il decesso a causa di un politrauma da schiacciamento e alcune lesioni viscerali emorragiche.
Dagli accertamenti all’autore dell’incidente mortale
Necessari in questi casi gli accertamenti, da parte della Procura di Vicenza, che avviò l’indagine con la conseguente acquisizione delle immagini del sistema di videosorveglianza di zona.
Al contempo, invece, furono decisive anche le testimonianze di chi fu presente e soccorse il ciclista dopo l’incidente. Alcuni dei presenti, dopo aver visto la scena della fuga, riuscirono a fotografare anche l’uomo.
La Procura risalì all’impresa di spedizione tedesca, con sede a Recke, proprietaria del camion guidata dall’uomo arrestato di recente. Lo scorso 20 gennaio i militari italiani hanno effettuato un’analisi approfondita sul veicolo, acquisendo la documentazione necessaria, ora invece l’arresto.
Proprio in corrispondenza delle parti in plastica del mezzo erano presenti delle deformazioni. Si tratta di elementi che corrispondono all’urto di una bici e di un corpo contro l’autoarticolato.