Le indagini per trovare Kataleya, la bambina scomparsa a Firenze lo scorso 10 giugno, sembrano vicino ad una svolta decisiva. Ora spunta una località segreta. Cosa succede
Sono ore concitate quelle che ruotano intorno al caso di Kataleya Alvarez Chicillo, la bambina scomparsa dall‘hotel Astor di Firenze sabato scorso (10 giugno). I carabinieri che indagano sulla sparizione hanno prelevato dal bagno in cui alloggiava la bimba uno spazzolino da denti.
Servirà agli investigatori per prelevare qualche campione del suo Dna in modo da inserirlo nella banca dati nazionale seppur al momento non hanno alcun reperto con cui confrontarlo. Nel frattempo l’attività investigativa continua a seguire la pista del racket degli affitti e la guerra tra bande rivali mentre i genitori di Kata, Katherine Alvarez e Miguel Angel Ramon Chicllo Romero, sono stati trasferiti in una “località segreta”.
La località segreta della famiglia di Kataleya
La decisione di trasferire la famiglia della piccola Kataleya in una località segreta arriva insieme alla rinuncia del mandato da parte del legale Daica Rometta, che assisteva la madre e il padre della piccola per conto dell’Associazione Penelope. E proprio questa decisione potrebbe essere il punto di inizio per una svolta nell’indagine.
La svolta nell’indagine suggerita dalle parole del padre di Kata
La svolta nell’indagine può essere prossima e a darla sono state proprio alcune parole di Muguel, padre di Kataleya, che durante l’ultimo incontro negli uffici della procura fiorentina avrebbe indicato agli inquirenti un uomo con il giubbotto che avrebbe visto con la figlia.
L’uomo ha però escluso la pista della vendetta nei suoi confronti. L’inchiesta si focalizza quindi sulla guerriglia interna per le stanze occupate dell’hotel. Ma dunque, come è stata portata via la bambina? Secondo quanto riporta La Stampa l’ipotesi è che sia stata nascosta in una valigia e poi caricata su un mezzo. Questo spiegherebbe il motivo per il quale le telecamere di videosorveglianza non hanno inquadrato l’uscita dalla struttura occupata. I presunti rapitori, seguendo questa pista, avrebbero portato via Kata attraverso un’uscita che si trova nel cortile sul retro dell’hotel Astor. La bimba sarebbe stata vista da due testimoni, uno dei quali l’avrebbe poi detto al padre.
Se invece la bambina non è uscita dall’albergo allora rimane in piedi solo una ipotesi, cioè che sia nascosta da qualche parte al suo interno. Al Messaggero, una residente di zona ha detto: “Almeno una volta alla settimana qui davanti all’hotel arriva un furgone che carica valigie e altro da portare oltreconfine. A farlo però sono soprattutto gli occupanti romeni e albanesi”.