Il grave incidente di Casal Palocco ha causato la morte del piccolo Manuel a soli 5 anni: la richiesta del Movimento italiano genitori è quella di chiudere i canali social dei TheBorderline.
Madre e sorellina sono ancora in ospedale per le ferite causate dal suv Lamborghini che ha travolto la loro Smart forFour: a causa dell’incidente è morto il bimbo Manuel che si trovava a bordo del mezzo.
Intanto il Moige (Movimento italiano genitori) ha chiesto l’immediata chiusura dei canali social riconducibili ai TheBorderline: si tratta dei giovani che erano presenti all’interno del mezzo. Stavano girando video per una challenge (guidare per 50 ore un mezzo di lusso).
Il Moige ha scritto una lettera per chiedere di andare oltre la semplice decisione di rendere privati gli account social dei TheBorderline. Il rischio emulazione è dietro l’angolo e questo sarebbe per il Movimento un elemento su cui porre un freno.
“Si tratta di contenuti pericolosi, che spingono altri giovani all’emulazione. I social media, la TV, come ogni altro mezzo di comunicazione in generale possono essere veicolo di valori, informazione, intrattenimento e conoscenza, ma anche una rischiosa cassa di risonanza per contenuti di questo tipo“, denunciano.
Il Moige ha spiegato di voler diffondere una guida per contenuti mediatici, redigendo l’annuale “Un anno di zapping e di streaming“, con tanto di elementi per veicolare “valori etici e sani principi” che riguardano in vari casi anche youtuber e canali Instagram.
Proprio l’incidente avvenuto a Roma ha infatti causato la morte del piccolo Manuel, così come la distruzione delle famiglie dei giovani coinvolti a latere dalle azioni dei loro figli: erano presenti in auto quattro ragazzi e una ragazza.
“Sicuramente c’è bisogno di una maggiore e migliore educazione civica e stradale, a partire dalle scuole di ogni ordine e grado, ma c’è un altro elemento che non possiamo ignorare. Ancora una volta, dai social parte una challenge mortale, una sfida a fare cose pericolose e che costano vite umane“, ha ribadito Antonio Affinita, direttore generale del Moige.
Da un lato il suv Lamborghini di colore blu, dall’altro la Smart Forfour trascinata per oltre dieci metri dopo lo schianto a circa 110 km/h su una stradina che collega i quartieri Axa e Acilia. In quei momenti, infatti, ci sarebbe stato anche un tentativo di aggressione dei giovani a bordo del mezzo di grossa cilindrata dopo l’impatto mortale.
La challenge delle 50 ore senza mai scendere dall’automobile si è trasformata in una tragedia e ha causato la morte di un bambino di 5 anni. Nel frattempo il ministro Matteo Salvini è di recente intervenuto a Ore 14 su Rai 2 e chiesto misure più stringenti quando accadono episodi di questo tipo.
Sul fronte dell’incidente, invece, Matteo Di Pietro è il 20enne indagato per omicidio stradale dopo l’impatto avvenuto lo scorso mercoledì 14 giugno in via Aristonico di Alessandria, in zona Casal Palocco (Roma).
I successivi esami effettuati hanno permesso di rilevare la positività ai cannabinoidi: il giovane avrebbe quindi fatto uso di droga prima o durante la guida del suv. Intanto la sorellina di Manuel, unica vittima del terribile incidente avvenuto a Roma, è stata dimessa dall’ospedale: Aurora è potuta rientrare a casa, così come sua madre 29enne Elena Uccello. Entrambi sono state ricoverate in codice rosso, dopo gli accertamenti, invece, la decisione sulle dimissioni.
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