Un altro femminicidio che ricorda in quasi tutto quello di Giulia Tramontano ma questa volta la vittima, incinta anche lei è una 15enne. Ad ucciderla il fidanzato minorenne accoltellandola e bruciando il corpo
L’ennesimo fatto di cronaca nera che ha come protagonista una giovane donna, in questo caso una minorenne di appena 15 anni, assassinata dal fidanzato 17enne. L’omicidio cruento è avvenuto in Francia nel 2019 ed oggi il killer ha ricevuto la sua condanna definitiva.
La ragazzina incinta è stata prima raggiunta da una decina di fendenti inferti dal fidanzato che, all’epoca dei fatti, era ancora minorenne. Poi, il ragazzo ha portato il corpo della fidanzatina in una campagna isolata dandole fuoco.
Secondo i risultati dell’esame autoptico effettuato sul cadavere, la vittima 15enne quando è stata avvolta dalle fiamme era ancora viva. Lei è Shaïna Hansye e come nel caso di Giulia Tramontano, era in stato interessante.
15enne incinta accoltellata e bruciata viva dal fidanzato. L’orrore in Francia
Aveva solo 15 anni e tutta la vita davanti a sé ma è morta, bruciata viva, dopo essere stata pugnalata dieci volte dal fidanzato. A morire quel giorno nell’Oise, in Francia, è stato anche il bambino che Shaïna Hansye portava in grembo.
A distanza di quattro anni dall’omicidio ora l’autore del delitto è stato condannato a 18 anni di carcere. La condanna è giunta nella notte tra il 9 e il 10 giugno presso la Corte d’Assise per i Minori dell’Oise. La pena inflitta al killer è inferiore a quella richiesta dall’avvocato dell’accusa, che aveva chiesto una condanna a trent’anni.
Durante l’intero processo avvenuto a porte chiuse, l’assassino, studente liceale all’epoca del fatto e senza precedenti penali, ha continuato a dichiararsi innocente. Il perito psichiatrico ha sottolineato la mancanza di empatia e un forte tratto narcisistico nel giovane. Quadro, questo, contestato dalla difesa del ragazzo.
La violenza sessuale due anni prima
La giovanissima ragazza morta a 15 anni, era stata vittima due anni prima nella sua città di un abuso sessuale. In quel caso, lo stupro era stato ripreso da un cellulare e le immagini trasmesse online.
Questo fatto, secondo il legale della famiglia della 15enne, l’avvocato Me Negar Haeri, e come riporta anche Leggo, avrebbe esposto la giovane ad essere trattata “come una cosa”. Per la violenza sessuale, il primo giugno di questo anno sono stati condannati in appello anche altri quattro giovani con pene sospese che vanno da 6 mesi a 2 anni di carcere.
Secondo l’attività investigativa e come riferisce la madre di Shaïna, la figlia era all’inizio di una gravidanza, la cui paternità era attribuita al fidanzato che l’ha uccisa. Secondo le parti civili, potrebbe essere stato proprio questo il movente che ha spinto il 17enne ad uccidere la 15enne nel timore della reazione che avrebbe avuto la famiglia del giovane alla scoperta della gravidanza. Secondo l’avvocato della famiglia della vittima e come riporta anche Leggo: “L’imputato era pronto a distruggere tutto pur di salvare la sua immagine”.