Donald Trump non si arrende e parte subito all’attacco sui social: il Tycoon parla delle carte segrete trovate a Mar-a-Lago. L’affondo dell’ex presidente degli Stati Uniti.
Arriva dal social Truth l’annuncio di Donald Trump. “Sono stato incriminato“, ribadisce l’ex capo della Casa Bianca per la vicenda delle carte segrete trovate a Mar-a-Lago.
Nel frattempo il Tycoon dovrà presentarsi il prossimo martedì 13 giugno, presso il Tribunale di Miami, con la seconda incriminazione nel giro di pochi mesi che si aggiunge a quella per il pagamento della pornostar Stormy Daniels.
Nuovi guai per il Tycoon
A tutto questo bisogna aggiungere che per la prima volta, in tutta la storia degli Stati Uniti, tocca ad un presidente difendersi dalle accuse di natura federale. Contro l’ex presidente ci sarebbero le accuse di violazione dell’Espionage Act, elemento con cui avrebbe trattenuto, in maniera volontaria, dei documenti sulla difesa nazionale. Lo stesso Trump, sempre secondo l’accusa, non li avrebbe consegnati ai responsabili.
Non sono mancati i post di rabbia che Trump ha voluto lanciare senza tirarsi indietro. Intanto i legali dell’ex presidente studiano le contromosse, in attesa di comprendere quali siano le accuse mosse nei confronti dello stesso Trump.
“Oggi è un giorno buio per l’America. Io sono innocente“, ha scritto. Poi invece spazio ad un video nel corso del quale si è rivolto ai suoi sostenitori. “Vanno contro un presidente popolare e mettono in atto la bufala degli scatoloni. Questa è un’interferenza nelle elezioni a livello più alto. Sono un uomo innocente. Vogliono distruggere la mia reputazione perché vogliono vincere le elezioni“, ha denunciato Trump.
Sarebbero sette i capi di imputazione, nei confronti di Trump, fra questi ci spiccano cospirazione, dichiarazioni false, ritenzione volontaria di informazione sulla difesa nazionale e anche ostacolo alla giustizia.
Indagine partita da anni
Si tratta di una indagine partita già nel 2021 quando gli Archivi notarono la mancata consegna di tutte le carte all’uscita dalla Casa Bianca. Di conseguenza ne partì un contenzioso che portò successivamente alla perquisizione dell’Fbi nella residenza di Mar-a-Lago dello scorso anno.
Attualmente dalla Casa Bianca nessuna dichiarazione ufficiale, di fatto si è scelta la linea di Joe Biden che si racchiude in un semplice “no comment“. Intanto la campagna elettorale, in vista delle elezioni del 2024 procede, ma i candidati repubblicani preferiscono non rilasciare alcuna dichiarazione in merito a Trump.
Ma c’è chi dei fedelissimi del Tycoon si schiera e lo fa apertamente e senza tirarsi indietro. Uno dei primi è Kevin McCarthy, speaker della Camera americana. “È inconcepibile per un presidente incriminare un candidato che lo sfida. Joe Biden ha tenuto documenti classificati per decenni“, ha spiegato McCarthy. “Una grave ingiustizia”, ribadisce lo speaker parlando della vicenda che riguarda Trump.
Spicca però qualche voce fuori dal coro con Asa Hutchinson, l’ex governatore dell’Arkansas, candidato repubblicano alle elezioni statunitensi in programma nel 2024, ribadendo come Trump debba mettere fine alla campagna elettorale.
“Totale mancanza di rispetto della Costituzione alla totale mancanza di rispetto per la legge, non dovrebbe definire il nostro Paese o il partito repubblicano“, spiega Hutchinson. Trump non si smuove però e ribadisce di voler continuare con il suo programma elettorale. Attualmente, nonostante i problemi, lo stesso ex presidente avrebbe confermato di voler partecipare ad alcuni comizi, nonostante la novità riguardante l’incriminazione. A confermare le indiscrezioni è la CNN che ha fornito altri dettagli sulla vicenda che vede Donald Trump al centro di nuove polemiche dopo lo scandalo con la pornostar Stormy Daniels.