Il padre di Stella, la bambina dimenticata in auto dal papà e per questo deceduta, è indagato per abbandono di minore. Spunta la telefonata del carabiniere ancora sotto shock che non ricorda nulla di quella mattina
La moglie dell’indagato e madre della piccola Stella racconta lo stato d’animo del marito dopo aver lasciato involontariamente la figlia piccola in auto per quasi 7 ore, fino al sopraggiungere della morte: “Devo stare con mio marito. Non posso perdere anche lui”.
L’uomo, un carabiniere di 44 anni si confida con amici, parenti e investigatori raccontando dettagliatamente quella maledetta giornata del 7 giugno scorso. Ancora sotto shock, l’uomo ora indagato per abbandono di minore, non ricorda di aver lasciato la figlia piccola in macchina.
Nel frattempo, oggi, venerdì 9 giugno, verrà dato l’incarico a procedere con l’autopsia sul corpicino della piccola morta. La madre di Stella è devastata per quanto accaduto alla figlia e alla sua famiglia. Sembrava una giornata come tante, invece quel blackout nella mente dell’uomo, ha modificato per sempre la vita di una intera famiglia, ora distrutta dal dolore.
Sono trascorsi solo due giorni dal tragico ritrovamento in auto del corpo senza vita della piccola Stella. È rimasta chiusa nella macchina del papà per quasi 7 ore. Abbandonata sotto il sole sud di Roma, davanti l’ufficio del padre, un carabiniere in servizio alla Cecchignola.
A ritrovare il corpo la madre della bambina che, giunta all’asilo Luinetti intorno le 15 per riprendere la figlia, non l’ha trovata. Le maestre le dicono “Stella questa mattina non è venuta“. Pochi attimi di confusione, la madre inizia a preoccuparsi. Esca dal nido e non fa neanche in tempo a contattare il compagno e padre della bimba, che nota la Renault dell’uomo parcheggiata poco distante. Il nido infatti dista pochi metri dall’ufficio del carabiniere.
La donna si accosta al finestrino chiuso e scopre l’orrenda verità. La piccola di 14 mesi esimine nel seggiolino. Inizia a gridare. Un militare in servizio all’ingresso del parcheggio si avvicina e rompe il vetro posteriore dell’auto. Poi la chiamata al 118, inutile. La bambina era già morta.
Il carabiniere S.L.T. racconta a parenti, amici e investigatori i dettagli di quella giornata. Sembra lucido e attento nell’esposizione: “Prima sono andato a portare il cane fuori, poi sono tornato a casa e l’ho preparata. La accompagno io ogni giorno a scuola. Anche mercoledì, siamo saliti in macchina, siamo andati insieme a scuola e poi sono andato da solo in ufficio. Io ricordo questo”. Questo è quello che ricorda l’uomo riportato oggi anche da la Repubblica. Ma quello che “sfugge” al carabiniere di quel maledetto mercoledì è che la figlia di 14 mesi al nido non c’è mai arrivata. Nella mente del papà di Stella quella informazione non c’è. In lui ora c’è un blackout. Il 44enne è fermamente convinto di aver accompagnato la bambina all’asilo. Le cose però non sono andate così.
Ora l’uomo è indagato per abbandono di minore. Ad aggravare ancor di più la situazione è l’assenza in auto del sistema anti abbandono che avrebbe lanciato l’allarme in caso di dimenticanza del piccolo in auto. Quello che spaventa di più è la telefonata, quel 7 giugno, dell’uomo alla moglie. Una conversazione di routine: “Vai tu a prendere Stella a scuola?”. Le maestre rispondono alla madre: “Stella oggi non è venuta”. Allora scatta la seconda telefonata. Questa volta è la donna a chiamare l’uomo: “Dov’è Stella? Qui non è mai arrivata”. Lui risponde: “Come dov’è? Chi l’ha presa?”. Poi la corsa verso la macchina, i vetri infranti e la notizia sconcertante.
Entrambi i genitori ora sono sotto shock, aiutati da un supporto psicologico. La donna racconta, come riporta il quotidiano Repubblica: “Fatemi stare con mio marito. Ho perso Stellina, non posso perdere anche lui”. Nessuna spiegazione su come sia potuto accadere e perché. I legali della coppia dicono: “Era una coppia perfetta e anche adesso sono uniti per affrontare questo dramma”.
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