Addio pensioni, alcune categorie di pensionati rischiano di non vedere più l’assegno a fine mese: come fare per non perdere l’incentivo.
Pensioni ancora nel mirino. Il Governo Meloni è al lavoro sulle minime dopo che la prima bozza di riforma è finita nel cassetto a causa delle rivisitazioni della sanatoria rispetto al taglio del cuneo fiscale. L’idea di aumentare ulteriormente le minime c’è ancora, anche per permettere un po’ di respiro ad anziani e meno abbienti.
Non avranno gli stessi problemi dei giovani – alle prese con ricerca d’impiego e Partite Iva – ma rappresentano ugualmente una buona fetta del Paese da prendere in considerazione. Anzi, la loro economia è quella “sicura”: la pensione è sempre più una chimera, ma attualmente le generazioni più vetuste godono ancora di qualche beneficio.
Questo vuole incentivare il Governo: benefici a chi ha meno possibilità ed entrate, sempre in relazione al discorso di occupabili e non. Una distinzione con cui presto toccherà fare i conti. Nell’immediato, invece, rischia di rimanere senza pensione chi non fa attenzione a determinati requisiti: la pensione non è scontata, in tutti i sensi.
Esistono alcuni casi in cui per continuare a riceverla occorre compilare dei moduli a scadenza annuale che sottolineino quanto è stato fatto negli anni e soprattutto che siano in grado di giustificare tale importo. La pensione arriva non soltanto dopo anni di lavoro: esistono altri tipi di condizione che garantiscono l’importo pensionistico.
Si tratta della reversibilità: s’intende quella condizione secondo cui il coniuge ancora in vita di una coppia riceve – in maniera reversibile – la pensione del defunto. Che sia moglie o marito. Vale anche per altri eredi, in percentuale diversa rispetto al coniuge, qualora questo non dovesse esserci.
Condizione, tuttavia, affatto scontata: ribadire la situazione vigente è compito del contribuente che in maniera ciclica deve presentare una documentazione che attesta tale “accordo” in modo tale che l’importo continui a pervenire senza problemi. Se il vedovo o la vedova si risposa perde la reversibilità, oppure un figlio con disabilità non percepisce la reversibilità se la sua condizione cambia nel tempo.
Tanti sono gli aspetti da tener presenti, per questo occorre sempre compilare a dovere la modulistica: in tal senso l’INPS e il CAF possono sempre e comunque dare una mano o fornire un consulto.
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