Questura di Verona, così il capo dei poliziotti arrestati si vantava delle torture: la testimonianza

Le torture, le violenze e i pestaggi del gruppo di poliziotti della Questura di Verona ha sconvolto l’opinione pubblica nazionale. Le conversazioni di uno dei 5 agenti arrestati con la fidanzata: “Ho caricato una stecca amò, lui è finito a terra, è svenuto”

Alessandro Migliore è considerato il “capobanda” dei 5 poliziotti arrestati dopo lo scandalo scoppiato nella Questura di Verona. L’agente 24enne racconta alla fidanzata le violenze che lui e i suoi colleghi infliggevano ai malcapitati. Tra le vittime c’è il racconto agghiacciante del 56enne romeno, Nicolae.

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questura di Verona, il racconto delle torture subite da Nicolae dai 5 agenti (ANSA)

Le indagini sulle violenze e i maltrattamenti da parte degli agenti della Polizia si sono concluse con i cinque arresti. Indagati anche una decina di altri agenti. Nel frattempo, il capo della questura veronese, Roberto Massucci, riferisce in merito alle violenze accadute, come riporta la Repubblica: “Tutto quello che abbiamo fatto è stato doloroso ma doveroso.

“Il messaggio che vogliamo dare non deve avere sottintesi: la Polizia di Stato non è disponibile a coprire alcun abuso, a maggior ragione quando sono commessi da chi, come noi, dedica la propria vita a difendere i cittadini”. 

Questura di Verona, le conversazioni del capobanda Migliore alla fidanzata: “Adesso lo sfondo”

Alessandro Migliore, uno dei cinque poliziotti ora agli arresti domiciliari per torture e pestaggi, ripeteva orgoglioso e fiero alla fidanzata quello che lui e i suoi colleghi facevano durante il turno di servizio in questura. Gli attimi che precedevano le aggressioni erano momenti carichi di tensione:“Adesso lo sfondo”, ripeteva fiero l’agente.

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Questura di Verona, le conversazioni del capobanda con la fidanzata e il racconto di una vittima – free.it

Era lui il “boss” di questo sistema di violenze nelle celle della sezione Volanti della Questura di Verona. Appena 24enne, Migliore era considerato carismatico, amante del rischio a tal punto da diventare un esempio da seguire anche tra i colleghi più anziani che imitavano i suoi comportamenti violenti. Originario di Torre del Greco, Napoli, ma cresciuto a Roma prima di essere trasferito stabilmente nella Questura di Verona, Migliore di certo non era un capopattuglia ma i suoi gesti sembravano lo fosse.

L’agente era arrivato anche a nascondere la presenza di una pistola con cui aveva, in passato, anche minacciato una sua ex fidanzata. Un livello di corruzione elevatissimo quello che esce fuori dalle conversazioni del 24enne e i suoi colleghi. I pm nell’ordinanza di custodia cautelare descrivono Migliore come una persona dalla “spiccata propensione criminosa, in grado di torturare con sadico godimento”. Lui raccontava alla fidanzata le sue “prodezze” quando era in servizio e i due ridevano insieme, come fosse un aneddoto divertente da raccontare. In uno dei racconti violenti lei si complimenta addirittura con lui.

Il racconto di Nicolae, picchiato dai poliziotti

Una delle vittime dei 5 agenti della Questura di Verona è il 56enne Nicolae Daju, che ha raccontato a la Repubblica, le torture subite dai poliziotti il 14 ottobre dell’anno scorso. di origini romene, Nicolae abita a Verona da 3 anni, dove vive come clochard. Non ha mai dato fastidio a nessuno, racconta il 56enne, che vive alla giornata cercando di racimolare un pasto caldo.

Quella sera dell’aggressione, era il 14 ottobre del 2022, Nicolae racconta: “Mi trovavo in un bar in zona Fiera. Ero con un amico, stavamo bevendo una birra e un caffè. All’improvviso è arrivata una macchina della polizia, sono scesi due agenti, sono venuti subito da noi. E ci hanno chiesto i documenti. Io ho detto loro che non stavamo facendo niente di male ma, alla fine, gli ho dato la mia carta d’identità. Non è bastato, mi hanno detto di salire in macchina ma prima di farmi entrare all’interno della vettura mi hanno spruzzato in faccia lo spray urticante“.

“Io non avevo fatto niente. Una volta in Questura uno dei due poliziotti mi ha afferrato i capelli e trascinato di peso, fino a rinchiudermi dentro una cella con una parete trasparente. Non ho reagito, avevo paura ma avevo bisogno di andare al bagno così ho cercato di attirare l’attenzione di un poliziotto. Mi hanno detto che non era possibile e che avrei dovuto farla a terra. Così mi sono messo in un angolo e ho fatto pipì. Appena ho finito di urinare l’assistente capo Loris Colpini, è entrato dentro e mi ha spruzzato in faccia lo spray urticante ancora una volta e poi mi ha trascinato a terra sopra la pozza di urina”. Quando mi sono rialzato Alessandro Migliore mi ha colpito con un pugno all’altezza del fegato. Poi dopo le 21 mi hanno lasciato andare via”.

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