Alessandro Impagnatiello si trova in carcere dopo aver confessato il delitto di Giulia Tramontano: spuntano novità dalle chat.
Il barman 30enne è accusato di aver ucciso la compagna Giulia Tramontano, occultato il cadavere e tentato di bruciarlo in ben due occasioni. Nel frattempo Impagnatiello è detenuto in carcere nelle celle per detenuti a rischio.
Fonti carcerarie parlano di Alessandro Impagnatiello come di una persona monitorata con attenzione nella casa circondariale di San Vittore e che non avrebbe alcun contatto con altre persone.
Il ragazzo che ha ucciso la fidanzata, incinta di sette mesi, si trova nel quinto raggio. Spesso l’uomo arrestato avrebbe ripetuto che “l’unico pentimento che abbia un senso è togliermi la vita“. Proprio per questo, di conseguenza, sarebbe monitorato costantemente, alla luce di quanto dichiarato.
La ragazza è stata uccisa dal barista fra le 19.05 e le 20.30 dello scorso 27 maggio. Durante le ore successive, pur di costruirsi un alibi, l’uomo avrebbe inviato dei messaggi, chiedendo alla vittima dove si trovasse in quel momento. In realtà, però, Giulia era già morta e il cadavere bruciato in due circostanze per poi essere gettato in una zona vicina ad alcuni box.
“Baby dove sei!, ci stiamo preoccupando tutti“, scrive il 28 maggio, a seguire il giorno successivo. “Prima in casa continuavo a guardare la nostra foto di Ibiza. So che non sono stato un fidanzato ideale negli ultimi mesi. Ti ho mancato di rispetto. A te che sei stata la prima e unica ragazza ad avere accolto mio figlio dopo che mi lasciai con V.“, ribadisce riferendosi con la lettera “V” alla prima compagna.
Ma i messaggi inquietanti continuano e gli inquirenti parlano degli elementi sconvolgenti e a dir poco surreali. “Mi hai fatto esplodere il cuore, non volevo spezzare il tuo. Voglio chiederti solo un favore, dicci solo che stai bene, che sei fuggita in qualche paese lontano per buttare giù tutto“. Lo scorso 31 maggio Alessandro Impagnatiello ha scritto ancora una volta di quanto accaduto.
“Ho i giornalisti che mi stanno molestando sotto casa, ti prego è invivibile così, mia mamma piange, mio fratello e Luciano pure“. Ma il peggio deve ancora arrivare, con un invito ad una persona che in realtà era già morta. “Siamo al quarto giorno oggi, finiscila con questa storia e batti un colpo, ti supplico“.
Ma i messaggi dopo il femminicidio sono l’emblema di un episodio che avrebbe altri elementi anche nei giorni precedenti alla morte di Giulia Tramontano. Lo scorso 25 maggio, infatti, la ragazza avrebbe espresso il proprio stato d’animo. Una storia d’amore durata due anni e ora giunta al termine.
“Accetta la mia decisione e chiudiamo il discorso. Non voglio altre discussioni, frustrazioni, ansie e rabbia continua, lasciami stare. Non sono felice e vorrei ritrovare la mia tranquillità, basta. Condividiamo una casa finché sarà necessario“, si legge.
Il 30enne avrebbe di tutto punto risposto alla ragazza che voleva chiudere il rapporto, provando in un certo senso quasi a farla sentire in colpa. “E vuoi trovare tranquillità mettendomi da parte? Veramente prima ancora di far nascere un bambino tu vuoi già dividerci? Vuoi farlo nascere con due genitori separati? Ma che madre sei!!! Ma te lo chiedi? Ma ti sembra normale parlare così con un bambino in pancia? Dimmelo!“, scrive Impagnatiello.
Giulia Tramontano ribadisce un concetto e cioè che lui “sia un buon padre. Penso a me, tranquillo. Non mi sembra normale far arrivare una persona a questo limite dopo aver ripetuto mille volte la stessa cosa. […] Io non voglio combattere e vivere una vita non soddisfatta al fianco della persona sbagliata. Non ho fiducia in te e non ne avrò mai. Ormai il vaso si è rotto e io non voglio sistemarlo“, ribadisce Giulia alcuni giorni prima della tragedia.
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