Il sospetto di un femminicidio premeditato emerge durante l’attività investigativa: le ricerche in Rete su come uccidere e occultare il corpo entrano violentemente sulla cronaca del giallo di Giulia Tramontano. Ecco cosa emerge.
Alessandro Impagnatiello è il barman 30enne che ha confessato di aver ucciso e tentato di bruciare il cadavere della compagna Giulia Tramontano. A distanza di diverse ore dalle sue parole emergono i dettagli circa le ricerche effettuate online, ancora prima di compiere il delitto.
Gli investigatori parlano di una inchiesta, coordinata dalla procura di Milano, che ha mostrato le novità sul piano omicida dell’uomo. “Prima che entrasse in casa aveva organizzato come ucciderla e come disfarsi del cadavere. È successo tutto in 72 ore”, ribadisce il pubblico ministero Alessia Menegazzo.
L’azione omicidio di Impagnatiello
Il pm Menegazzo ha parlato nel corso di una conferenza stampa, analizzando anche gli aspetti del femminicidio di Senago, in provincia di Milano, accaduto presumibilmente lo scorso sabato 27 maggio fra le ore 19 e le 20.30.
Proprio dalle ricerche in Rete sarebbe emerso di chiarire come Impagnatiello avrebbe atteso la vittima a casa. “Le stringhe di ricerca ci hanno consentito di datare il momento della morte, di comprendere le modalità. Che erano state pensate, studiate e organizzate“, spiega Menegazzo.
L’indagato si trova al momento a San Vittore, in seguito alla confessione avvenuta nella notte durante la quale ha parlato di volersi prima disfare del corpo, cercando addirittura di dargli fuoco. Avrebbe agito una prima volta in casa con alcol etilico e poi in un altro caso “cospargendo il corpo della vittima con della benzina in un garage“.
Ancora da chiarire se abbia agito da solo o se sia stata aiutato da qualcuno. Sta di fatto che i dettagli circa l’azione omicida sarebbero oggetto, quindi, di una ricerca in Rete. Le indagini mostrano inoltre che dopo aver ucciso Giulia Mantovano, infatti, Alessandro Impagnatiello avrebbe raggiunto l’altra donna con la chiara intenzione di salire a casa sua. Lei, però, si sarebbe rifiutata di farlo entrare. “Ora sono libero“, avrebbe dichiarato il barman dopo il delitto compiuto.
In seguito al rifiuto, però, sarebbe rientrato nell’appartamento e avrebbe cercato di disfarsi del corpo, nascondendolo in seguito a non molta distanza da casa. Il procuratore aggiunto Letizia Mannella, coordinatrice delle indagini dei carabinieri, ha parlato di una “solidarietà” fra le due donne presenti al momento del loro incontro precedente al delitto.
Cosa è accaduto durante l’incontro
“Un’altra tragica vicenda di femminicidio. A noi donne insegna che non dobbiamo mai andare a un ultimo incontro di spiegazione“, ha spiegato Mannella. La giovane 23enne si sarebbe anche preoccupata del fatto che Giulia fosse incinta e al settimo mese di gravidanza.
Poche ore prima della morte di Giulia, intorno alle ore 17, la 29enne si pensava avesse incontrato l’altra donna all’Armani Bamboo, luogo in cui lavora Impagnatiello e l’altra fidanzata, una sorta di conforto per chiarirsi. In realtà, però, l’incontro sarebbe invece avvenuto nella casa della coppia a Senago. Anche in questo caso, però, l’uomo avrebbe già pianificato tutto, così come emerge dalle ricerche condotte su Internet.
Avrebbe addirittura inviato dei “messaggi fasulli all’amica della compagna dal telefono della Tramontano quando l’aveva già uccisa“, si legge in una nota. Sul caso è intervenuto anche Mannucci Benincasa, comandante provinciale dei carabinieri, che ha parlato proprio dell’efferato delitto della donna incinta del piccolo Thiago.
“Non ha esitato a ucciderla. Non solo, si è accanito sul suo corpo tentando di disfarsene, dandogli fuoco. È stato individuato in 72 ore. Nonostante i tentativi di depistaggio che ha fatto. Ieri sera siamo arrivati a capo di questa triste vicenda“, spiega Benincasa.