Emergono nuovi dettagli sull’azione dello studente minorenne che ha ferito con un coltello da caccia una insegnante: come sta la docente aggredita ad Abbiategrasso e quali sono i dettagli sul caso.
La ferita inferta all’altezza della scapola dell’insegnante è di circa dieci centimetri. Questo è quanto emerge dal referto medico, documento importante che conferma quanto accaduto ad Elisabetta Condò, docente dell’istituto “Emilio Alessandrini” di Abbiategrasso.
La donna avrebbe riportato anche tre tagli alla testa, con tanto di piccola frattura dell’osso scapolare. Proprio la docente è stata aggredita lo scorso lunedì 29 maggio da uno studente: sarebbe potuta morire.
Sarebbero bastati altri pochi centimetri per causare conseguenze ben peggiori, ma al momento i medici parlano di una paziente non in pericolo di vita. La prima prognosi è di 35-40 giorni, necessario in questo caso effettuare un’attenta e scrupolosa ricostruzione dei tendini del braccio destro.
Nel frattempo gli investigatori hanno scoperto che il giovane avrebbe alle spalle soltanto qualche nota, ora però l’accusa è di tentato omicidio aggravato. L’attenzione massima e da non sottovalutare riguarda la premeditazione ipotizzata dalla Procura del Tribunale per i minorenni.
Il coltello utilizzato dal giovane era del padre che fa anche il cacciatore, la pistola giocattolo sarebbe stata invece acquistata in un negozio. Dai primi accertamenti è emerso che il giovane avrebbe rischiato un 5 in condotta, situazione che di recente era peggiorata dopo una verifica consegnata in bianco, tale da rischiare di abbassargli la media voti.
Avrebbe così deciso di accoltellare la docente alle spalle, proprio mentre era chinata, dicendo poco prima ai compagni di essere “dispiaciuto” di quanto accaduto. Lo studente avrebbe infatti utilizzato la finta arma, nel tentato di farli scappare dall’aula, da qui si mostrerebbe di fatto l’azione pianificata dal giovane 16enne.
Attualmente il giovane è ricoverato presso il reparto di neuropsichiatria infantile dell’ospedale San Paolo di Milano, controllato a vista dai carabinieri. L’ipotesi degli esperti è di un possibile scompenso della personalità, con disturbi paranoici, al momento non ci sarebbe alcuna diagnosi, così come spiegato da Repubblica.
Gli esperti nel campo sanitario vorrebbero infatti approfondire la questione, scavando nel malessere del giovane che ha aggredito violentemente la docente di italiano e storia: quattro delle sei note disciplinari subite dal giovane sarebbero state inflitte proprio dalla docente ferita.
Intanto i compagni hanno ribadito che i rapporti fra la donna e il giovane non sarebbero stati critici, improvvisamente però ci sarebbe stata un peggioramento della situazione. Prevista intanto a breve la convalida dell’arresto. La famiglia del ragazzo, così come il corpo docenti, sostengono che non avrebbero percepito alcun segnale di crisi.
Proprio Maria Carla Gatto, presidente del Tribunale per i minorenni di Milano, ha fatto il punto sulla vicenda. Evidenziata la gravità dell’ipotesi di tentato omicidio aggravato, elemento che sarebbe stato etichettato come un “segnale cupo e molto grave“.
“Parlare di disagio adolescenziale rischia ormai di banalizzare: la situazione sembra scappata di mano, soprattutto in termini di comunicazione tra ragazzi e adulti di riferimento. C’è un vuoto di comprensione, le azioni dei ragazzi sembrano improvvise e non annunciate, eppure così non è. Da quanto tempo questo ragazzo meditava una sorta di vendetta e perché nessuno, a scuola, a casa, ha capito che la tensione saliva fino a rischiare di esplodere?“, ha ribadito il presidente Gatto.
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