La personalità di un individuo è precisa e altrettanto variegata. Per questo decifrarla non è semplice: i dettagli possono aiutare.
Il carattere di ciascuno è mutevole e difficilmente identificabile. Tuttavia ci sono alcuni lati della nostra personalità che possono essere comuni: decifrare una persona non è semplice e niente è scientifico quando si tratta di sensazioni o sentimenti, ma le inclinazioni della propria sfera caratteriale sono spesso divise a seconda degli atteggiamenti più o meno preponderanti.
Timidezza, fascino, simpatia, cordialità e sensibilità sono solo alcune caratteristiche da tener presenti quando ci approcciamo a qualcuno. Come capire chi abbiamo di fronte in pochi istanti? Non è semplice, ma ci sono alcune caratteristiche in grado di rivelare almeno determinati tratti distintivi.
Che personalità sei?
Ad esempio come chiudere il pugno. È possibile farlo in modi diversi, ciascuno dei quali indica un’inclinazione ben precisa. Il pugno a cuore aperto, in primis, quello dove il pollice tocca la parte alta dell’indice sulla mano, sta ad indicare una personalità generosa e altruista. Il primo impatto è quello positivo.
Il pollice sotto le dita, invece, indica una grande empatia abbinata al fascino migliore: siete quindi persone intriganti e profondamente emozionali. Troviamo poi il pugno della persona creativa: quello che vuole il pollice prendere tutte le dita della mano per esteso. Esterno, poggiato delicatamente.
Il trucco del pugno
Questo rivela una profonda creatività abbinata a una ben radicata autostima. Qualità che portano a buttarvi a capofitto nelle cose senza remore o paure eccessive per quanto concerne l’esito finale. Vivete sempre al massimo, pagandone spesso le conseguenze. Va bene così, perchè non sapreste fare diversamente.
Questi segni rivelatori possono acuire le qualità di una persona, ma non sono oro colato. Semplicemente rappresentano un biglietto da visita che è meglio non sottovalutare. Il resto dovete scoprirlo voi. Conoscendovi e apprezzandovi nonostante i primi segnali, perché la prima impressione è quella che conta. Spesso, però, non è quella che dura.