Il caso della trans brasiliana picchiata dai vigili a Milano ha fatto molto discutere, ora per tre vigili emerge l’iscrizione nel registro degli indagati.
Bruna è la 42enne transessuale brasiliana picchiata diversi giorni fa a Milano, in zona Bocconi, una scena che ha fatto il giro del web e alzato un polverone di polemiche visti i metodi utilizzati dal personale della polizia locale.
A girare i vari video sono stati diversi studenti che hanno successivamente contribuito a spiegare agli investigatori quanto visto con i propri occhi. Sotto accusa sono finiti tre dei quattro vigili in servizio, così come evidenziato dalla Procura di Milano.
Le accuse
Per tre dei quattro vigili pende l’accusa di lesioni aggravate dall’abuso della pubblica funzione. Il personale di pubblica sicurezza è accusato del possibile pestaggio con manganellate che una trans brasiliana di 42 anni avrebbe subito a Milano.
È stata proprio la vittima a presentare la denuncia, con tanto di possibile aggravante discriminatorio, nonché minacce gravi e tortura. Ad indagare ci sono il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pubblico ministero Giancarla Serafina.
Indagati tre dei quattro vigili, quali sono i motivi
Sono soltanto tre su quattro gli agenti indagati, una donna non sarebbe iscritta nel registro poiché non ha preso parte alle presunte violenze subite dalla 42enne originaria del Brasile, proprio durante i momenti concitati del fermo.
Intanto gli investigatori lavorano per ricostruire la dinamica, usufruendo anche degli altri video girati al momento dell’arresto, materiale utile e fondamentali per fare luce sulla vicenda. Dalle indagini è emerso come due degli agenti avrebbero avuto comportamenti maggiormente violenti, con tanto di calci, manganellate e spray urticante spruzzato all’altezza del viso.
L’agente donna non avrebbe invece preso parte al presunto pestaggio, così come riferito dalla stessa Bruna durante alcune interviste rilasciate in seguito all’episodio. Ora è proprio l’avvocato Debora Piazza, legale che difende la trans 42enne, ad aver presentato la denuncia, accompagnata dal referto delle lesioni.
Secondo l’accusa, infatti, gli agenti si sarebbero accaniti contro di lei poiché transessuale, da qui tutta una serie di possibili accuse a loro carico. L’avvocato Piazza ha ribadito che Bruna avrebbe subito “spruzzo in faccia dello spray al peperoncino“, nonché “tenuta chiusa dentro l’auto dei vigili per almeno venti minuti“.
Una vicenda che vede le testimonianze e le versione delle rispettive parti, senza dimenticare diversi video. Mai come in questo caso, infatti, il materiale potrebbe risolvere più di qualche dubbio.
Il commento del primo cittadino Sala
Anche il sindaco Beppe Sala ha auspicato che venga fatta luce sul caso. Il primo cittadino di Milano ha confermato di aver parlato con il comandante della polizia meneghina, Marco Ciacci, ricevendo una relazione formale sull’accaduto. Le sue parole sono giunte dopo l’inaugurazione del Terminal 2 dell’aeroporto di Malpensa riaperto dopo le fasi di rinnovamento. Sala si è infatti soffermato sul caso della trans picchiata da alcuni agenti di polizia locale a Milano.
Attenzione massima sulla vicenda e obiettivo di accertare eventuali responsabilità alla luce di quanto accaduto a Bruna. “Sulla base di questa relazione io invito l’amministrazione comunale (da un lato me stesso, ma la decisione dovranno prenderla la direzione del personale e il comandante) a prendere degli adeguati provvedimenti rispetto ai vigili coinvolti“, ribadisce il sindaco di Milano Giuseppe Sala. Da un lato la versione della transessuale brasiliana, dall’altro la posizione degli agenti, nel mezzo gli accertamenti delle autorità competenti.