Inchiesta Juventus, i bianconeri sono alla svolta decisiva: chiesto il patteggiamento. Afeltra spiega gli scenari possibili per i bianconeri.
Ore febbrili alla Juventus, dalla Continassa ai tribunali la sostanza è la stessa. Si aspetta per cercare di capire e valutare come agire in merito al secondo filone del processo sportivo in cui la Vecchia Signora è implicata. Quello, per intenderci, che annovera anche le manovre stipendi e il rapporto con agenti ed eventuali partnership.
Tutto nel mirino della Procura. Intanto sembrerebbe essere stato raggiunto un accordo che porterebbe la Juventus verso il patteggiamento. In tal caso i bianconeri non potranno poi più incorrere in alcun grado di giudizio. Nel frattempo la Corte d’Appello Federale ha reso note le motivazioni riguardanti la penalizzazione di 10 punti rispetto alla sentenza sulle plusvalenze. Per vederci ancora più chiaro rispetto a quello che attende i bianconeri – anche e soprattutto in relazione alla prossima stagione – Free.it ha sentito in esclusiva la versione dell’Avvocato Afeltra. Uno dei massimi esperti ed esponenti in fatto di diritto sportivo:
Buongiorno, Avvocato, perchè la Juventus è arrivata alla decisione di chiedere il patteggiamento?
“I bianconeri hanno deciso di arrivare a questa situazione che, a mio avviso, è quella più giusta da parte dei legali della Juventus per poter chiudere definitivamente con questa stagione agonistica ogni debito con il passato. Bisogna ricordare ai nostri lettori che il patteggiamento non è una ammissione di colpa o di responsabilità: il patteggiamento consente ad entrambe le parti di trovare l’accordo rispetto a una sanzione. Senza reciproche concessioni e senza reciproci riconoscimenti di responsabilità. Il patteggiamento, nonostante nel vulgo popolare sia ritenuto un’ammissione di colpa, in realtà non è una condanna. Resta una decisione ante processuale in cui le parti, per evitare il rischio di una sanzione pesante, identificano una situazione giuridica che va bene ad entrambe. Una rinuncia a chiedere una sanzione più importante, l’altra rinuncia a chiedere l’assoluzione, e si crea un accordo sulla misura della sanzione”.
Le prospettive della Juventus, in questo modo, cambiano sotto quale punto di vista: è a rischio la partecipazione alle coppe?
“La Juventus patteggia una sanzione pecuniaria. Il provvedimento incide sotto il profilo amministrativo e non tecnicamente disciplinare: la sanzione amministrativa non può riverberarsi in sede europea e Mondiale con la esclusione della società dalle coppe. Questo perchè la Juventus con una sanzione amministrativa, mantenendo definitiva la penalizzazione di 10 punti per l’altra vicenda correlata, ha diritto di partecipare a una coppa europea. Sia essa Europa League o Conference League. Non può essere esclusa dalla UEFA in diretto e conseguente elemento rispetto al conseguente provvedimento emesso dalle Federazioni Nazionali. La sanzione amministrativa non è inserita, nella fattispecie, in campo europeo e mondiale e poi con un patteggiamento in corso non si può procedere alla esclusione dalle coppe. In questo modo la Juventus mantiene il diritto acquisito sul campo di partecipare alle competizioni”.
Cosa potrebbe quindi succedere?
“In forza di ciò, nel caso deprecato e delegato peggiore che in via monitoria la UEFA dovesse togliere alla Juventus il diritto a partecipare alle competizioni, fermi restando tutti i ricorsi che in sede europea può fare la Juventus, la sanzione di esclusione dalle coppe sarebbe limitata ad un solo anno e non si riserberebbe anche sul secondo anno. Stiamo facendo, però, solamente ipotesi di scuola. A fronte di un patteggiamento non c’è la possibilità di farlo traslare sulla esclusione delle coppe europee. Altro discorso è rispetto alla valutazione del settlement agreement perché la UEFA potrebbe penalizzare o sanzionare la Juventus in sede europea per violazione degli elementi fondanti del settlement agreement”.
Comunque c’è uno spettro a livello europeo per la Juventus?
“Ma è uno spettro che non dipende dal patteggiamento. È troppo presto per definire chiuso tutto questo solo perché nella vita c’è una sola certezza. Adesso possiamo prendere atto soltanto del fatto che la Procura ha rinunziato a un’alta sanzione penalizzatoria e ha ridotto il proprio raggio d’azione ad una mera multa che potrebbe andare da centinaia di migliaia di euro fino a milioni. Ora non mi sono fatto un’idea di questo perché non sono all’interno delle specifiche del processo”.
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