Una dipendente dell’Atac si dava spesso e volentieri per malata, poi la scoperta degli ispettori che hanno scoperto il vero motivo. Nulla a che fare con reali problemi di salute.
L’azienda dei trasporti pubblici di Roma ha accertato tramite le indagini interne, ad opera di alcuni ispettori, che una dipendente si dava per malata con una certa costanza dal lunedì al venerdì, ma non per veri motivi di salute.
La donna si sarebbe vista ben poco a bordo degli autobus della compagnia di trasporti pubblici capitolina, da qui il via a tutta una serie di accertamenti che si sono prolungati per diversi mesi.
Un’assenza dal lunedì al venerdì alquanto sospettata e reiterata nel tempo che avrebbe allertato gli ispettori della società che lavorano per scoprire eventuali furbetti. Proprio la donna, infatti, aveva un ruolo di controllo, ma a bordo dei mezzi si sarebbe vista di rado.
La Rete l’ha invece ingannata e sarebbe bastata una ricerca per scoprire che la donna vendeva online degli amuleti artigianali, tutto materiale di sua produzione, con tanto di sito sul quale lanciava appuntamenti per mercatini e fiere in giro per la città di Roma. A riportare la notizia è il Corriere della Sera.
Durante queste manifestazioni indossava spesso e volentieri abiti da fatina esotica, accompagnati da vistosi gioielli. Non mancano i filmati e le fotografie correlate ai vari eventi in giro per la città capitolina. Ci sono voluti sei-sette mesi di accertamenti, con tanto di inevitabili controlli, così da rilevarne materiale sufficiente per far scattare il provvedimento disciplinare.
Inevitabile in questi casi l’immediata sospensione dal lavoro, ma la donna ora potrebbe decidere di difendersi e presentare ricorso. Il Corriere parla di una donna che avrebbe cancellato i profili social e anche il sito web, ma ciò non l’avrebbe aiutata ad evitare il licenziamento.
Si tratta a tutti gli effetti di un’attività lavorativa parallela che la donna avrebbe iniziato da poco tempo, per la società di trasporti pubblici lavorerebbe invece da tanti anni. Sta di fatto che gli ispettori l’avrebbero seguita nei luoghi in cui proponeva la vendita dei prodotti.
Una volta raccolte le prove, che hanno fugato ogni dubbio, è inevitabilmente scattata la sospensione dal lavoro. Alla luce di quanto emerso è stata licenziata, in attesa ovviamente di un eventuale ricorso da presentare nelle sedi opportune.
La donna vorrebbe far valere le proprie ragioni, ma al momento non c’è alcuna comunicazione ufficiale in merito alla strategia difensiva della dipendente licenziata al termine di lunghe e approfondite indagini.
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