INPS, fronteggiare l’assenza d’impiego sarà meno gravoso: l’indennità di disoccupazione potrà essere richiesta anche tramite SPID.
Il lavoro al centro dell’agenda politica e non solo: in tema di occupazione il dibattito s’infiamma non soltanto sul piano politico. A tenere banco è la possibilità di perdere il lavoro, sempre ammesso che si riesca a trovarlo: il bandolo della matassa sono i contratti, ancora nell’occhio del ciclone con i sindacati sul piede di guerra.
In questa cornice piuttosto frastagliata si compone la nuova frontiera dell’INPS: è possibile, laddove ce ne fosse bisogno, richiedere l’indennità di disoccupazione attraverso lo SPID. Un’agevolazione che può accelerare i tempi e garantire a chi è in difficoltà un ulteriore incentivo. Certezze, soprattutto in assenza di lavoro, ce ne sono poche.
INPS, come richiedere la disoccupazione: le specifiche
In fatto di NASPI, la Previdenza Sociale cerca di garantirne qualcuna in più. Nello specifico la NASPI è un sostegno economico mensile che si può prendere per un determinato tempo che varia a seconda della situazione lavorativa: la durata e gli importi, anch’essi variabili, cambia in base alla singola valutazione dell’impiego.
Si parte dai 4 anni precedenti, rispetto al tipo di lavoro svolto e poi – per diversi motivi – bruscamente interrotto. Tra le motivazioni per cui è possibile fare richiesta, si annoverano anche le dimissioni senza giusta causa. Ricevere la NASPI è possibile per due fondamentali ragioni che sono circoscritte all’interno di periodi e modalità distinti: è necessario maturare almeno 13 settimane di contributi nei 4 anni precedenti la data di fine rapporto lavorativo.
Devono passare almeno 30 giorni di lavoro nell’anno precedente la data di cessazione del rapporto di lavoro. Non ha diritto alla NASPI, invece, chi aveva contratti di tipo solidale o veniva da lavori con accordo part-time verticale, da lavoro a chiamata o da contratto a tempo indeterminato incentivato.
NASPI e SPID, una possibilità in più
Si tratta del 75% della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali. La somma percepita va a scalare fino al prossimo impiego o, in taluni casi, al raggiungimento della pensione. Alcune situazioni impongono la disoccupazione anche a ridosso della pensione: reiterata è, infatti, la procedura di molti datori di lavoro che preferiscono licenziare i dipendenti più anziani (magari a causa di tagli al personale e alle spese di gestione) perché possono chiedere la NASPI fino al raggiungimento della pensione.
La domanda di disoccupazione, nello specifico, va presentata all’INPS. L’impiegato deve recarsi a un ente di Patronato o soggetto abilitato e compilare la domanda. Oppure può evitare di recarsi in loco per fare tutto in maniera telematica: è sufficiente avere lo SPID o la Carta d’Identità Elettronica (CIE) e accedere al portale dedicato sul sito ufficiale della Previdenza Sociale. Basterà cliccare per accedere all’area riservata “My INPS” e confrontarsi con tutte le specifiche del caso. Un processo di sburocratizzazione che non snatura la procedura, ma anzi la rende più snella e accessibile.