Juventus, le inchieste continuano. Si susseguono ulteriori dettagli che descrivono un metodo ben preciso: gli accordi interni spiazzano.
Dettagli, ora tocca a loro. Gli unici in grado di poter fare la differenza in un senso o nell’altro. La Juventus aspetta di capire quale sarà il proprio destino. Nel frattempo, dalla Procura di Torino, emergono ulteriori prove a carico di quello che sembrerebbe essere stato un vero e proprio sistema.
Da dove comincia tutto questo? L’esplosione, secondo gli incartamenti, delle tendenze contestabili comincia nel 2020. Pieno Covid. La pandemia dilaga, il campionato si ferma e riprende a singhiozzo. Quando si gioca, è possibile farlo soltanto a porte chiuse. Gli incassi, cause di forza maggiore, sono dimezzati.
Non solo: c’è il problema – lo stesso che colpisce altre realtà industriali in quel periodo – di pagare i dipendenti: i calciatori sono una parte dell’ingranaggio. C’è da difendere e tutelare tutto il resto: la manodopera sorda, ma presente, che lavora nell’ombra ma in maniera incessante.
Il lockdown li ha costretti a casa, ma dovevano essere pagati. Come? Con la rinuncia a qualcosa: i più ricchi, i giocatori, dovevano rinunciare a qualche mensilità di stipendio. Tutto nasce da una chat con Bonucci e Chiellini (vicecapitano e capitano all’epoca dei fatti) che propongono – in accordo con Paratici (ex DS bianconero) – ai compagni di tagliare alcune mensilità di stipendio per permettere di pagare gli altri.
Una la condizione: ufficialmente si doveva sapere – questo chiedeva la società – della rinuncia a 4 mesi. Nella sostanza, secondo un carteggio privato, la rinuncia effettiva sarebbe stata di un mese e mezzo. Forse due. Tutta roba non messa a bilancio e in grado di far scattare qualche campanello d’allarme.
Dopo il 2020 – 365 giorni più tardi – le incongruenze sono andate avanti. Stavolta, però, c’era il dolo. Se nella prima ipotesi, in cui ugualmente i conti tornano relativamente, i giocatori non sapevano e avevano alcun secondo fine, nella seconda eventualità gli scenari s’infittiscono. Dal 2021 in poi, secondo le deposizioni, si parla di un nuovo sistema che non convince minimamente perchè tirerebbe in ballo accordi presi direttamente con gli agenti dei diretti interessati attraverso atti notarili mai depositati in Lega: tutti sapevano tranne gli organi preposti.
Trasgressione normativa che costa cara, perchè se gli scenari dovessero essere confermati – tra cui anche la ormai celebre “Carta Ronaldo” – il rischio è quello di azioni irregolari che portano inevitabilmente al falso in bilancio. In questo valzer, ancora sul piano delle ipotesi che però assume sempre maggior concretezza, i giocatori non rischiano nulla poiché – agli atti – loro risultano parte lesa in quanto stavano cercando di andare incontro alle esigenze del club.
La società – e coloro che ne fanno parte dal punto di vista dirigenziale – è invece in una posizione delicata: il conto alla rovescia da qui ai prossimi mesi è cominciato. Il traguardo è vicino, ma ad oggi è impossibile definire con certezza se alla Juve convenga – davvero – vedere la bandiera a scacchi.
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