Novità importanti sul caso del presunto stupro di Capodanno avvenuto a Roma nel 2021: la testimonianza della ragazza che all’epoca aveva 16 anni.
Una giovane all’epoca dei fatti 16enne vittima di un episodio di stupro a Capodanno a Roma nel 2021. La ragazza ha voluto raccontare la sua storia il cui percorso è tortuoso e difficile da spiegare.
Intanto Bianca si trova in una località protetta e ha scelto di parlare ai microfoni del quotidiano la Repubblica. Ora ha 19 anni e ha ribadito di aver voglia di “riprendere in mano la vita, lontano dalla Roma tossica“.
Il racconto
La stessa Bianca ha parlato di voler aprire un nuovo capitolo della sua vita dopo anni difficili e tanta fatica per superare momenti complessi sotto tutti i punti di vista. Ha deciso di tagliare anche i capelli proprio nel luogo in cui vive da un anno. Poco prima incontra Bo Guerreschi, presidente della Onlus “Bon’t worry” che la supporta dopo la notte di San Silvestro 2020 in cui fu violentata all’interno di una villetta in zona Primavalle, a Roma.
Per quell’episodio c’è un processo in corso che vede fra gli imputati Patrizio Ranieri, giovane che mostrò una maglietta con il sangue di Bianca, insieme ad altre quattro persone. Per spaccio di droga sono invece indagate tre amiche della ragazza e Simone Ceresani, nipote di Ciriaco De Mita, insieme anche alla ex del giovane imputato.
A distanza di tre anni dall’episodio arriva il momento di parlarne e raccontare quanto accaduto. “Ho dei flash di quella. Vedo me che arrivo con le mie amiche a Primavalle, beviamo, parliamo e c’è la musica. Poi finiamo tutti su un letto. C’è chi si fa di coca e di canne. Fumo uno spinello anch’io, mi offrono una sigaretta alla cocaina. Ma c’era dell’altro dentro perché ho sentito come se il cervello stesse bruciando, ero incosciente“, ribadisce.
A seguire ha spiegato di non ricordare più nulla, se non alcuni flash e i ragazzi intorno che la chiamano “sgualdrina. Poi il buio e il risveglio“. Una grande delusione arriva anche dalle sue amiche che non l’avrebbero sostenuta. “No, mi hanno attaccata. Mi hanno detto che se non avevano più il cellulare e dovevano subire tutte quelle domande era colpa della mia denuncia […] Sono molto delusa per quelle ragazze, specialmente tre, che conoscevo da anni“, confessa.
Un cammino difficile
La ragazza ha spiegato che si confidava con loro, anche su questioni personali come la separazione dei suoi genitori. Una delle ragazze è vittima e allo stesso tempo indagate per stupro insieme ad un ragazzo. “A lei ero molto legata, sono convinta che sia stata costretta a farlo. È fragile, ha un passato e un presente molto dolorosi. Vorrei riabbracciarla“, confessa Bianca.
Intanto il prossimo 22 maggio sarà ascoltato durante il processo Patrizio Ranieri. In merito alle sensazioni vissute, Bianca risponde senza pensarci più di tanto e va dritta al punto. “Provo indifferenza. Non gli auguro niente di brutto ma non posso perdonarlo, voglio giustizia. Spero che rifletta sulle donne. Da sua mamma a sua sorella a una futura figlia e si renda conto del male che mi ha fatto“, conclude.