Case e affitti, possibili sanzioni in assenza di determinate specifiche sul contratto: chi rischia la stangata in caso di trasgressione.
La gestione della casa può essere un problema. Non soltanto nel senso più comune, ovvero governare giornalmente una dimora, ma anche nel senso più ampio. Quella fase che prevede proprio l’affitto o l’acquisto di un immobile. Investire nel mattone era considerata, fino a poco tempo fa, una pratica sicura.
Attualmente rappresenta un investimento importante, ma sono aumentati notevolmente i rischi. Vale anche per chi affitta: gli enti e organizzazioni del settore sono pronte a tirare fuori le unghie in caso di necessità. Un rebus sul tema è sicuramente quello del subaffitto: è legale oppure no? La verità sta nel mezzo, anzi nella casa.
Se vogliamo provare a rispondere a questo enigma, dobbiamo fare alcune distinzioni: quando l’immobile è di proprietà, non si può parlare di subaffitto perché la casa è comprata e il padrone coincide con il proprietario. Quindi ognuno con il proprio immobile fa ciò che vuole e ritiene giusto. Le differenze – e in tal caso si parla di sublocazione – cominciano quando la casa è in affitto: gli affittuari, nella fattispecie, possono subaffittare? La risposta è nì.
Nel senso che non si potrebbe, ma ci sono – diciamo così – delle eccezioni che confermano la regola. La sublocazione, infatti, può essere totale o parziale: il divieto assoluto vige nella prima ipotesi, ovvero lasciare la casa in gestione percependo pagamento è severamente vietato. È impossibile, o meglio: non è consentito, appaltare un affitto in maniera totale.
A meno che non ci siano delle specifiche nel contratto d’affitto, ma è molto raro. Parzialmente, invece, è possibile fare qualcosa. Sempre in accordo con il padrone di casa. La sublocazione parziale consiste nell’affittare una stanza per un breve periodo. Questo è consentito previa un accordo interno: il proprietario dell’immobile deve essere avvisato minimo 30 giorni prima ed esprimere il proprio consenso.
In caso contrario non è possibile. Qualora, in entrambi i casi di sublocazione più o meno vincolante, dovesse venire a mancare il consenso della proprietà, i rischi si moltiplicano: si va da una pesante ammenda fino al sequestro dell’immobile. Dipende dalla fattispecie del caso. Naturalmente con “sequestro” si intende una rescissione del contratto d’affitto che si somma a eventuali penali.
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