NASPI, gli interrogativi rispetto alla dichiarazione dei redditi crescono. Come calcolare la disoccupazione? Il metodo più efficace.
La dichiarazione dei redditi è uno snodo cruciale del periodo che anticipa l’estate per quanto riguarda i contribuenti italiani. L’effettivo calcolo di entrate e uscite annuali rende possibile la stima concreta di imposte da pagare in percentuale rispetto a quanto espresso sul piano fiscale. Cambiano percentuali e fasce, ma servono garanzie e certezze.
A darle, inevitabilmente, il tipo di impiego che svolgiamo. Ognuno è collocato e calcolato diversamente, sempre in percentuale e soprattutto rispetto al tipo di rapporto lavorativo che intraprende. I dipendenti a Partiva Iva sono trattati diversamente da quelli con il sistema a tempo indeterminato.
Nel primo caso dipende dai regimi di calcolo imposta: ordinario o forfettario. Il tema principale, però, stavolta, è un altro che riguarda entrambe le specifiche. Chi è in NASPI cosa deve fare? Nello specifico si tratta di un’indennità di disoccupazione che accompagna il dipendente prima della fine del rapporto lavorativo.
Questa situazione si presenta nel momento in cui termina un rapporto di lavoro (e ne può cominciare un altro dopo qualche tempo), oppure quando si è prossimi alla pensione. Quindi il lavoro sarà solo un ricordo (retribuito grazie alla rendita fiscale contributiva accumulata negli anni). L’enigma, in questo caso, non è il calcolo del TFR (Trattamento di Fine Rapporto), ma come considerare l’indennizzo.
La NASPI è una percentuale economica di accompagnamento in attesa di capire se subito dopo ci sarà la pensione o un altro impiego. Questo limbo può durare mesi o anni. Nella fattispecie uno. A seconda del caso. La quantità elargita fa reddito? Va dichiarata? La risposta è sì, qualora – e questo deve essere chiaro – sia l’unica entrata di un componente familiare.
Nell’ambito del computo di 730 e ISEE, chi percepisce la NASPI non deve avere altre entrate in corso. Allora diventa una forma di reddito da dichiarare. La differenza è sottile, ma importante. Quanto basta per evitare di commettere errori, perchè la compilazione corretta del 730 (che sia normale o precompilato) è la prima parte di un processo che deve avere l’adeguato svolgimento.
In caso contrario si rischiano accertamenti o sanzioni. Ecco perché la figura del commercialista è fondamentale, così come la consulenza o assistenza fiscale. Entrambi fortemente consigliate dagli esperti e per cui le domande sono in aumento a fronte di un’offerta adeguata: il denaro non dorme mai, così come chi è costretto – per diverse ragioni – a contarlo.
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