Secondo le parole del legale, Alessia Pifferi avrebbe un gravissimo ritardo mentale. La donna che lasciò morire di stenti la figlia Diana di appena un anno e mezzo, avrebbe il quoziente intellettivo di una bambina di 7 anni
E’ in carcere accusata di omicidio aggravato per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di quasi un anno e mezzo. Alessia Pifferi, la madre della bambina avrebbe, secondo Alessia Pontenani, avvocato della donna, un “gravissimo ritardo mentale”.
Il suo quoziente intellettivo è pari a quello di una bimba di 7 anni. Il legale ha dichiarato: “Hanno messo una bambina in mano a una bambina”. L’avvocato si rifà agli esami medici svolti sulla sua assistita nel carcere di San Vittore nonché della consulenza di parte.
Al termine dell’udienza di oggi dove l’avvocato della 37enne Alessia Pifferi ha evidenziato le condizioni di salute mentale della sua assistita, la Corte d’Assise di Milano si è riservata di disporre una perizia psichiatrica sulla donna.
Il legale, Alessia Pontenani, ha detto, così come riporta anche Leggo: “I miei consulenti, il mio psichiatra hanno detto che la signora ha il quoziente intellettivo di una bambina di sette anni. Hanno lasciato in mano una bambina a un’altra bambina. Ha un grave ritardo mentale, ha un quoziente intellettivo di quaranta”.
Conclude così il difensore di Pifferi che oggi ha depositato i documenti per richiedere una perizia psichiatrica in modo da valutare la capacità di intendere e volere al momento dei fatti per la donna accusata di aver lasciato morire di fame e sete sua figlia per ben sei giorni. In attesa di ritornare in aula il prossimo 23 maggio, il legale di Alessia Pifferi conclude l’udienza ribadendo: “La mia cliente era circondata da persone che non si sono rese conto di quello che stava accadendo e lei non è stata in grado di gestire sua figlia che ora le manca. È disperata perché lei non c’è”.
Secondo Viviana Pifferi, zia della piccola Diana morta in casa di stenti, la sorella Alessia era capace di intendere e volere. Nessun momento di raptus secondo la donna. Ha agito lucidamente. Ma dopo il primo tentativo di chiedere una perizia psichiatrica fallito, ora la difesa della 37enne ci riprova.
La donna è in carcere dallo scorso luglio 2022. Per i giudici che avevano rifiutato la richiesta del legale della donna di una perizia psichiatrica, Alessia può affrontare il processo perché ne comprende le dinamiche. Ma, si chiarisce, che potrebbero disporre l’accertamento psichiatrico in merito alla capacità di intendere e volere al momento dei fatti.
Viviana Pifferi, la sorella di Alessia, ha detto dopo la notizia del primo rifiuto da parte dei magistrati della perizia psichiatrica avanzata dall’avvocato dell’imputata: “E’ stato giusto non concedere la perizia, per una settimana mia sorella l’ha abbandonata, non è stato un raptus”. La donna che in aula si era presentata con addosso una maglia raffigurante la nipotina, si è costituita parte civile. Con lei anche la mamma e nonna della piccola Diana, entrambe assistite dall’avvocato Emanuele De Mitri. “Alessia non ha mai chiesto scusa, nemmeno nelle lettere che ha inviato a me e a mia madre. Non le risponderò mai fino a che non chiederà almeno scusa, perché quella che è morta è mia nipote”.
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