Triste episodio quello accaduto in un liceo: la dirigente scolastica ha motivato la decisione e parlato di un grave problema. Cosa è accaduto.
Maria Teresa Corea è la preside dell’istituto Alberghiero “Amerigo Vespucci” che ha dovuto negare l’iscrizione di tredici giovani con disabilità, spiegando anche i motivi che l’hanno costretta a fare tutto questo.
Esiste infatti un motivo ben preciso che la dirigente ha voluto spiegare. Nulla a che vedere con le singole situazioni dei ragazzi o delle ragazze con varie forme di disabilità, il problema è proprio di natura strutturale.
Cosa è accaduto
La dirigente dell’istituto scolastico ha infatti spiegato le motivazioni, non senza nascondere un misto di tristezza e rabbia per l’impossibilità di offrire un servizio adeguato a tutti.
“Con le strutture che abbiamo, non possiamo mettere cinque ragazzi portatori di handicap nella stessa aula. Uno dei ragazzi, e l’ho anche comunicato all’ufficio scolastico, possiamo accoglierlo. E lo faremo con molti sforzi. Ma in questa vicenda non c’è discriminazione, quanto la mancanza di spazi adeguati per dare a questi studenti la cura, l’istruzione e l’inclusione che meritano“, precisa.
La stessa preside ha infatti ricordato le domande di quattro ragazzi, provenienti da Roma Nord, che volevo frequentare l’istituto che si trova al Tiburtino. Purtroppo, però, tutte sono state respinte. Anche in quel caso la dirigente spiega le motivazioni.
“Il problema, ma questo vale per i ragazzi disabili quanto per i normodotati, è che abbiamo pochi posti in classe rispetto alle richieste. E con le strutture che abbiamo, non possiamo neppure mettere cinque ragazzi portatori di handicap nella stessa aula“, ribadisce.
Le motivazioni
La preside ha spiegato di comprendere appieno l’amarezza della famiglie, ma il problema a suo dire restano gli spazi, nonché una maggiore presenza di docenti. Sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso Mario Rusconi, presidente dell’Assopresidi. Non mancano infatti i problemi in diverse zone della Capitale, così come documentato da Il Messaggero.
“Gli edifici scolastici a Roma o sono troppo angusti e pieni oppure mancano. Ed è per questo che da anni chiedo di sgomberare gli ex alloggi dei bidelli, occupati da loro eredi o gente che non ha alcun rapporto con loro. Servirebbe una legge per garantire ai ragazzi disabili sempre e comunque un posto in graduatoria durante la fase delle iscrizione, superando i criteri di territorialità e di parentela“, chiede Rusconi.
Anche Patrizia Marini, presidente dell’Agrario “Sereni“, ha dovuto rifiutare l’iscrizione ai quattro ragazzi. Nulla a che fare con la discriminazione, il problema resta sempre il medesimo.
“Da noi sono iscritti 150 ragazzi con fragilità, è il numero più alto nel Lazio. In generale c’è una fortissima richiesta da parte delle famiglie, perché sanno che li assistiamo e li prepariamo con molta attenzione. In alcuni casi ne abbiamo accolti anche quattro per classe, il doppio rispetto a quanto sarebbe consigliabile. Di più, purtroppo, visti gli spazi e il personale non è possibile“, ha spiegato la preside.
Trovare una soluzione non è per nulla semplice quando ci sono tutta una serie di problemi. Da un lato le difficoltà delle scuole che denunciano difficoltà nel trovare spazi adeguati, dall’altro delle famiglie che si dicono profondamente preoccupate. “Mi permetto di dire loro che noi li formiamo per includerli nella società. Se non ci sono le condizioni, non daremo ai loro figli quello che invece meritano“, denuncia la preside.